E’ un viaggio che dura da quasi mezzo secolo. Da Palermo a Kabul, dalla polvere dei paesi siciliani alle paure di Bagdad, dalle mafie alle guerre. Poi i grandi misteri e i grandi delitti italiani. E il Sud con le sue inquietudini e i suoi incarognimenti, terre assetate, tribù, rapacità e patti indicibili. Confini oltrepassati su quello che era una volta “il corpo del reato più lungo del mondo”, i 443 chilometri dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria, cammino ingannevole che precipita verso un Ponte che ancora non c’è.
Fra le pagine di questo libro la Sicilia di Totò Riina e di Matteo Messina Denaro, l’inferno di Capaci, le origini e le evoluzioni del marchio “Mafia” che ci ha resi ovunque famosi. Ma anche la Sicilia di Leonardo Sciascia, di Danilo Dolci, di Giovanni Falcone, di Letizia Battaglia. Con i suoi racconti e le sue inchieste Attilio Bolzoni ci accompagna di qua e al di là del mare, fino alle prime dune di quel deserto attraversato dal popolo nero in fuga. E, ancora più lontano, ci fa conoscere personaggi e vicende che poi non sono così distanti da casa nostra. Anno dopo anno, di luogo in luogo, cronache controvento. Il racconto sarà in libreria dal 17 novembre.
Inviato speciale a «Repubblica», oggi scrive per «Domani». Con Giuseppe D’Avanzo ha firmato Il Capo dei
Capi (Mondadori, 1993), La Giustizia è Cosa Nostra (Mondadori, 1995), Rostagno, un delitto fra amici (Mondadori, 1997) e con Saverio Lodato C’era una volta la lotta alla mafia (Garzanti, 1998). Fra le altre sue pubblicazioni: Parole d’onore (Bur Rizzoli, 2008), Faq Mafia (Bompiani, 2010), Uomini Soli (Melampo, 2012; nuova edizione Zolfo, 2022) e Il Padrino dell’Antimafia (Zolfo, 2019). Alcuni suoi libri sono stati tradotti
in inglese, tedesco e francese. Autore di testi teatrali (Words of Honour, 2009), sceneggiatore di serie televisive, regista di cortometraggi (Silencio, 2015), nel corso della sua carriera ha ricevuto numerosi riconoscimenti: nel 1991 «Il Premiolino»; nel 2009 il «Premio Luchetta» e il premio «È Giornalismo» creato da Giorgio Bocca, Enzo Biagi e Indro Montanelli; nel 2013 il «Premio Giuseppe Fava».