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Catania, in via dei Crociferi riapre dopo 5 anni la chiesa di San Francesco Borgia: ecco il gioiello restaurato

Domani l’inaugurazione e da sabato sarà nuovamente fruibile da visitatori e turisti

Di Redazione |

Riapre la chiesa di San Francesco Borgia in via Dei Crociferi a cinque anni dalla chiusura al pubblico decisa per consentire lavori di restauro e di manutenzione straordinaria. L’inaugurazione è fissata per domani pomeriggio (alle 16) e l’apertura al pubblico a partire da sabato. Così le tre chiese più belle e importanti di via dei Crociferi – San Benedetto, San Giuliano e San Francesco Borgia -saranno finalmente tutte fruibili da cittadini, visitatori e turisti. Un passo avanti importante per la tutela e l’uso dei beni culturali e monumentali di città.

I lavori sono stati resi possibili grazie al progetto redatto dal “Parco archeologico e paesaggistico di Catania e della Valle dell’Aci”, che gestisce anche questa chiesa dei gesuiti di proprietà del demanio della Regione e grazie ai fondi del Po-Fers 2007-14.

Si tratta di 460mila euro di cui 200mila destinati a interventi edilizi e 260mila finalizzati al restauro di strutture e opere. Grazie a queste risorse sono state restaurate le due magnifiche pale marmoree ai due lati del transetto, opera di Marabitti e di Marino, altorilievi che rappresentano il fondatore della compagnia di Gesù, Sant’Ignazio e uno dei suoi primi e più importanti seguaci, San Francesco Saverio. Sono stati restaurati tutti gli altari, incluse le belle colonne tortili in verde antico di Roma cui, nei decenni passati, sono stati sottratti i festoni in bronzo che seguivano l’andamento delle volute. Ancora. È stato restaurato il pulpito ligneo settecentesco e la tempera sulla parte dell’abside che richiama il panneggio del pulpito. Si tratta di un intervento degli anni Trenta dal momento che la documentazione iconografica ha rivelato che prima di quella data la parete non era dipinta.

Sono state restaurate anche le gelosie dorate ed è stato ripristinato lo splendido colore lapislazzulo, mentre questa pietra preziosa è stata utilizzata negli scudi dell’altare di Sant’Ignazio arricchito anche da un affascinante paliotto architettonico, di ispirazione palermitana, che crea l’illusione ottica di ampi spazi con pavimenti policromi e archi. Restaurato anche il Crocifisso secentesco e la parete reliquiaria dorata, di epoca settecentesca, su cui è stato poggiato. Con i fondi europei sono stati restaurati anche le pale d’altare dipinte e le tele della chiesa, quelle che sono sopravvissute ai furti. Ce ne sono di secentesche, dunque provenienti da altre chiese e da una chiesa preesistente e altre settecentesche, coeve alla costruzione di San Francesco Borgia dopo il terremoto del 1693. Allora arrivarono a Catania architetti, scultori, decoratori, pittori, molti dei quali provenienti da Messina, come Giovanni Tuccari, Tancredi e Foti che hanno lavorato nella chiesa dei gesuiti. Infine è stato rifatto anche l’impianto elettrico. La cupola e le lunette affrescate da Oliviero Sozzi erano state restaurate in un precedente intervento.

Lavori extra

Ma i fondi europei non sono stati sufficienti a completare i lavori così che il “Parco archeologico”, che ha una propria autonomia finanziaria grazie allo sbigliettamento, ha stanziato 100mila euro a questo fine. Con queste risorse è stato lucidato tutto il pavimento di marmo della chiesa, è stata ripulita la sacrestia con i suoi tre ambienti, sono stati restaurati il mobile della sacrestia, l’affresco posto sul tetto, e la scala che conduceva all’area del collegio dedicata ai padri gesuiti dove si trova un’interessante statua barocca di San Luigi Gonzaga. Ed è chiaro che, ora che la chiesa sarà riaperta al pubblico, diventa sempre più urgente rendere fruibile – dopo tantissimi anni – anche il collegio dei Gesuiti, con i suoi magnifici chiostri, luogo destinato ad ospitare la biblioteca regionale. Uno spazio culturale importante per la città.

All’inaugurazione del percorso multimediale e del riallestimento parteciperanno l’arcivescovo Luigi Renna, il prefetto Maria Carmela Librizzi, l’assessore regionale ai Beni culturali Francesco Paolo Scarpinato, il sindaco Enrico Trantino e la sovrintendente Donatella Aprile. A introdurre l’incontro il direttore del Parco Giuseppe D’Urso, mentre a guidare la visita saranno Gaetano Bongiovanni, storico dell’arte del Parco e Luisa Paladino, storica dell’arte, già dirigente dell’allora Polo museale e ora consulente scientifico. Suo anche il volume “I tesori ritrovati” che presenta tutti gli interventi relativi al primo restauro e illustra i beni preziosi appartenenti alla chiesa. Un secondo volume, relativo al restauro appena concluso, è in corso di realizzazione.

L’apertura al pubblico è prevista a partire da sabato, ogni mattina, anche la domenica, dalle 9 alle 13, e il pomeriggio dalle 15 alle 18, con ultimo ingresso alle 17.30. Data la grave carenza di custodi il Parco farà i salti mortali per garantire l’apertura e annuncia che, dopo un primo periodo in cui l’ingresso sarà gratuito, è previsto il pagamento di un piccolo biglietto d’ingresso.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA