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La recensione

Al Politeama di Palermo rivive il “dualismo” tra Mozart e Salieri

Quattro le proposte di ascolto in locandina di cui due del divin salisburghese e due dell'italiano alla corte di Vienna

Di Enrica De Giorgi* |

​Il Politeama di Palermo in coproduzione con il Conservatorio ha presentato domenica scorsa un programma che sembra ambizioso per i suoi contenuti volutamente scelti ​poiché evidenzia la volontà artistica, non da poco , di ​aver introdotto al pubblico due​ sommi esponenti della musica del Settecento austriaco spesso messi in contrapposizione, ovvero il noto “divin salisburghese” definito dai più quale “l’apollineo cesareo” della musica del Settecento e l’altro il personaggio cosiddetto “oscuro” – così dipinto nel celebre capolavoro di Milos Forman dal titolo “Amadeus”, l’italiano alla corte di Vienna Maestro Antonio Salieri. ​

Quattro le proposte di ascolto in locandina di cui due di Mozart e due di Salieri, in due parti. Nel dare spazio al repertorio esclusivamente sinfonico il concerto ha proposto la “degustazione musicale ” della Sinfonia n. 2 K 17 attribuita a Mozart e la Sinfonia in Re maggiore “Veneziana” di Salieri​. Nel caso della prima,​ abbiamo ascoltato in un’interpretazione fresca e netta per la nitidezza dei suoni esposti attraverso una vivace esecuzione.

L’orchestra del Conservatorio ha donato la propria esecuzione sotto un attento e curato gesto della direttrice Antonella Di Giacinto con un​a interpretazione fresca e per certi versi epidermicamente “spensierata” capace di mettere in evidenza le dinamiche tipiche del Mozart “young”, questo bimbo genio ma al contempo attento alla scrittura per così dire alla maniera italiana,​ l’esecuzione ci ha donato ​la possibilità di accostare alla sinfonia temi, seppur rielaborati ma popolari​ per l’epoca.

Nella seconda parte​ invece abbiamo avuto modo di ascoltare sotto la direzione di Gaetano Ortolano che, con un gesto espressivo ed attento – sicuramente frutto di un intenso lavoro con una punta di diamante della scuola della direzione d’orchestra quale quella del Maestro Antonino Fogliani, ha presentato al pubblico una esecuzione piena di dinamiche, impeccabile della Sinfonia detta “Veneziana”​,che risulta essere ​il risultato di due Sinfonie di introduzione alle opere buffe: La Scuola de’ Gelosi (libretto di Caterino Mazzolà, rappresentata a Venezia nel 1779) e La partenza inaspettata (intermezzo con libretto di Giuseppe Petrosellini, rappresentato a Roma nel 1779)​; la Veneziana è copiosa di temi semplici ma che hanno la capacità di creare il cosiddetto cantabile alla maniera italiana presentato da un organico scelto da Salieri che evidenzia in ogni parte dello stesso la tipologia della timbrica strumentale quasi come se ogni strumento fosse solista.

Inoltre, l’ utilizzo dei fiati è ben presente nella sinfonia , sopratutto nel terzo movimento ed i fiati del Conservatorio hanno dimostrato una particolare attenzione alla partitura.

Rimanendo in area mozartiana, ​sicuramente degno di nota per la genialità della pagina è il Concerto per pianoforte e orchestra in La maggiore K 414 che ​si inserisce in un catalogo viennese di concerti ​fra i quali il K 413 e K 415, databili tra il 1782 e il 1783.​ Il concerto eseguito per l’occasione, ha un primo movimento ​riconoscibile immediatamente per l’impronta mozartiana proprio perché composto con particolare varietà melodica e ricchezza di spunti tematici​ che si ripresentano con un andante religioso nel secondo e nel terzo tempo con un Allegretto finale ​dove sono presenti diverse melodie tese questa volta a dare al movimento un carattere giocoso​ costruendo il tema anche con l’utilizzo dinamico del basso albertino.​Il pianista Alberto Ferro, noto ai più per essere stato in un ottimo secondo premio Busoni, ha interpretato con una tecnica solida il Concerto e siamo sicuri che sicuramente dimostrerà nel futuro una raggiunta importante maturità stilistica che gli darà la possibilità di emergere anche in questo repertorio ricercato settecentesco. Di altra fattura è il Concerto in do maggiore di Salieri​ che rientra fra le pagine strumentali per tastiera del compositore italiano che ebbe fra i suoi allievi anche il van Beethoven.

Come scrive Daniele Ficola nell’introduzione al concerto, “questo concerto risent​e molto dello stile galante con qualche spunto che lascia trasparire uno stile classico già avanzato​” infatti l’esecuzione proposta in una interpretazione davvero magistrale per lo stile ed i contenuti del pianista Gianfranco Pappalardo Fiumara ​ha assolto Salieri da qualsiasi fantasia di “Formaniana” memoria traendo dalla interpretazione proposta la vivacità ritmica nel primo movimento e il raffinato lirismo del secondo​ e del terzo​ interpretati dal pianista con un cesello ricercato di suono, capace di donarci una bellezza del tutto italiana che ha chiuso con gusto una serata in cui la parola chiave è stata dettata dal gusto interpretativo, dove tutti , direttori, solisti ed orchestra hanno dimostrato di conoscere il gusto dell’interpretazione alla maniera dell’epoca proposta. Ripetuti applausi hanno dimostrato palesemente il gradimento del pubblico confermando la bellezza ed il gradimento per la scelta proposta.

*Professoressa di Critica Musicale e istituzioni di Storia della musica Università di TorinoCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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