Il Movimento 5 Stelle ha restituito alla famiglia di Giovanni Guarascio, il muratore che si diede fuoco il 13 maggio 2013, la casa di via Brescia di Vittoria, messa all’asta per un piccolo debito con un istituto di credito. I deputati regionali «pentastellati» rinunciando alla loro indennità l’hanno riacquistata da Orazio Sciagura, il commerciante di Vittoria che se l’era aggiudicata all’asta.
Poi, con un successivo atto di donazione l’hanno ceduta alla famiglia del muratore di Vittoria. Il deputato regionale Giancarlo Cancelleri sulle polemiche per la scelta del M5S di aver preferito il caso della famiglia Guarascio rispetto ad altri e sul costo dell’acquisto della casa, ha detto: «Molti ci hanno contattato ma la nostra è stata una scelta simbolica. Così come qualcuno ha speculato sui costi dell’operazione, in considerazione del fatto che la famiglia Guarascio aveva avuto già contributi da parte della trasmissione ‘Servizio Pubblico di Michele Santoro. La casa è stata riacquistata con i fondi del Movimento e sul sito vi è il rogito e l’atto di donazione. Sono atti pubblici. La famiglia Guarascio in questi anni ha dovuto sostenere molte spese ed in parte l’ha fatto con i fondi della trasmissione di Santoro».
Alla iniziativa era presente anche Luigi Di Maio: «Siamo lo scudo degli italiani, con il reddito di cittadinanza e con la nostra proposta di legge di impignorabilità della prima casa, che vale anche per le aziende. I cittadini però – ha aggiunto – ci chiamino prima, ci contattino, noi siamo a loro disposizione».
GLI INCENERITORI. «Dove si fanno gli inceneritori – ha detto Luigi Di Maio – non si fa la raccolta differenziata, e noi lo stiamo dimostrando a Parma. Il punto fondamentale è che gli inceneritori sono un business che Renzi deve fare perché le società che li costruiscono gli devono finanziare la campagna elettorale. Se capiamo questo – ha aggiunto – perché ha salvato la banca, perché gli finanziavano la Leopolda, perché sta facendo gli inceneritori e le opere inutili. Tutto questo serve a finanziare le lobby che gli hanno finanziato la campagna elettorale».