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Video Apostolico, il “giallo” si infittisce e il carabiniere ritratta: «Non l’ho fatto io»

Il colpo di scena alla Camera durante il questione time. Il magistrato reitera il provvedimento per altri 4 tunisini e il ministero annuncia ricorso

Di Redazione |

«Il 6 ottobre scorso un militare ha riferito al suo superiore di avere effettuato alcune videoriprese della manifestazione» del 25 agosto 2018 al molo di Catania «e di aver diffuso uno dei filmati che riprendeva ilmagistrato (Iolanda Apostolico, ndr). Il militare ha successivamente ritrattato le proprie affermazioni e nei suoi confronti sono in corso accertamenti finalizzati alla valutazione della rilevanza disciplinare della sua condotta. Dell’accaduto è stata informata la procura di Catania anche al fine di di valutare ogni ulteriore aspetto della vicenda». Così il sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni, alla commissione Affari costituzionali della Camera rispondendo al question time.

I dubbi dell’opposizione

«Abbiamo chiesto al Viminale alcune informazioni a partire dal caso del video diffuso dal ministro Salvini nel quale c’era la ripresa della giudice Apostolico che partecipava alla manifestazione di Catania nell’agosto 2018. La prima notizia che viene fuori dalla risposta che abbiamo ricevuto dal ministero dell’Interno ha dell’incredibile. Quel video è orfano, è figlio di nessuno. Non è un video fatto dalle Forze dell’Ordine, secondo quanto ci ha risposto il ministero, e nemmeno dal carabiniere che in un primo momento, dopo 5 anni, il 6 ottobre, avrebbe detto a un superiore di essersi ricordato di aver fatto le riprese, salvo poi ritrattare dopo 2 giorni. E ora stanno pensando, guardate un po’, se dargli o meno un provvedimento disciplinare» ha attaccato Riccardo Magi, segretario di +Europa, commentando la risposta al Question Time odierno non Commissione Affari Costituzionali.«Ma c’è di più e c’è di peggio: abbiamo chiesto al Viminale quale sia la disciplina che regola le riprese che vengono fatte dalle Forze dell’Ordine durante le manifestazioni e la loro diffusione. Abbiamo avuto una risposta che ci ha dato un quadro della normativa ma che non ha chiarito quale sia effettivamente la prassi. Quindi dobbiamo ancora andare a fondo e lo faremo chiamando direttamente il Ministro Salvini in aula. Al momento infatti ci è stato detto che i video vengono custoditi per un lasso di tempo per poi essere distrutti ma si può prolungarne la conservazione se ci sono determinate necessità di prevenzione, un concetto molto elastico. Il Ministero però ci ha assicurati di un fatto: non viene applicato alcun software per il riconoscimento facciale su questi video. Non ci basta, non è una risposta che ci rassicura: chi ha dato il video a Salvini? Solo lui a questo punto può dirlo, ma non ne parla e questo dimostra il suo alto senso delle istituzioni. E qual è la prassi che usa su tutti questi video fatte durante le manifestazioni?».

Iolanda Apostolico va avanti

La giudice del tribunale di Catania Iolanda Apostolico ha deciso di non convalidare i trattenimenti nel cpr di Pozzallo disposti dal questore di Ragusa nei confronti di quattro migranti tunisini. È il secondo provvedimento in tal senso della magistrata finita nella bufera dopo la pubblicazione di un video in cui era stata filmata mentre, ad agosto 2018, protestava contro la decisione dell’allora ministro dell’interno Salvini di non far sbarcare in porto 150 profughi. Domenica scorsa un altro giudice di Catania non aveva convalidato sei trattenimenti.

Piantedosi annuncia ricorso

«Non conosco questi ultimi provvedimenti nel dettaglio e non do giudizi sommari su procedimenti giudiziari, ma valuteremo e impugneremo» ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a proposito dei nuovi provvedimenti della giudice del tribunale di Catania Iolanda Apostolico. «Siamo profondamente convinti – ha aggiunto il titolare del Viminale incontrando i giornalisti a Cagliari – che i provvedimenti del governo sono legittimi e rispettosi della cornice giuridica. Il tema del trattenimento ai soli scopo dell’identificazione e di fare procedure accelerate alla frontiera è un tema cardine dell’attuale e futura normativa europea, con l’approvazione del Patto di migrazione e asilo».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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