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Via al processo d’appello a Martina Patti, la mamma che ha ucciso la figlia Elena e inscenato il rapimento: vuole fare dichiarazioni spontanee

La donna in primo grado è stata condannata a 30 anni. Prossima udienza il 14 maggio

Di Laura Distefano |

E’ cominciato l’appello del processo sul figlicidio di Elena Del Pozzo avvenuto il 13 giugno 2022 a Mascalucia, nel Catanese. La bimba di quasi 5 anni è stata uccisa dalla madre Martina Patti, condannata a 30 anni in primo grado. La donna prima colpì la piccola con diverse coltellate e poi la seppellì parzialmente infilando il corpicino all’interno di sacchi. Il cadavere fu ritrovato solo la mattina dopo: il giorno del delitto Martina Patti ha inscenato il rapimento della figlia da parte di un commando armato.

Ai carabinieri è bastato poco per smascherarla. La madre ha confessato diciotto ore dopo al termine di un drammatico interrogatorio. Il processo che si celebra davanti alla Corte d’Assise d’Appello, presidente Rosa Anna Castagnola e giudice a latere Giuliana Fichera, si è aperto con la lettura della relazione in cui sono state riassunte le motivazioni di condanna della Corte d’Assise di Catania ed esposti i motivi del ricorso della difesa, composta dagli avvocati Tommaso Tamburino e Gabriele Celesti, che in prima istanza chiede l’assoluzione dell’imputata per vizio totale di mente basandosi sulla consulenza del perito di parte.

Terminata la relazione, la difesa ha annunciato che Martina Patti – oggi in videoconferenza dal carcere – vorrebbe fare delle dichiarazioni spontanee. Queste saranno rese in presenza la prossima udienza, programmata per il 14 maggio. Quello stesso giorno ci sarà la requisitoria del sostituto procuratore generale Agata Consoli e del legale dei familiari del papà di Elena, costituiti parte civile, l’avvocato Barbara Ronsivalle. Le arringhe difensive saranno invece il 4 giugno. Il verdetto è atteso per metà luglio, dopo le repliche.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA