il giallo siciliano
«Vi autorizzo a usare Vigata», ma la lettera di Camilleri finisce in una discarica
In un’area di stoccaggio l’atto con cui lo scrittore autorizzava nel 2003 il comune di Porto Empedocle a usare il nome
Si può ben dire che il maestro Andrea Camilleri si stia rivoltando nella tomba. Perché quanto accaduto tra la sua Vigata e Aragona ha dell’incredibile. Coloro i quali gestiscono un’area di stoccaggio di rifiuti alcuni giorni fa non hanno creduto ai loro occhi, al cospetto di uno straordinario “reperto” emerso tra scarti di ogni genere.
Un quadro, dalla sottile cornice gialla, nel quale era stato inserito un foglio di carta semi ingiallito, dallo straordinario valore, storico, morale, culturale e, chissà, economico. Era ed è l’atto con il quale Andrea Camilleri, il 22 aprile 2003 autorizzò il Comune di Porto Empedocle a utilizzare la parola “Vigata” accanto alla propria denominazione ufficiale di, appunto, Porto Empedocle. Trattasi dell’autorizzazione vergata in calce dall’inconfondibile firma di Andrea Camilleri, che chiosò «ritenendomi estremamente onorato della proposta». Il tutto, firmato dal sindaco dell’epoca, Paolo Ferrara e dall’assessore comunale Antonio Guido, con tanto di bolli del Comune, in particolare dell’ufficio Anagrafe.
L’atto venne stilato nella casa di Camilleri, in via La Porta, evidenziando il consenso dello scrittore all’utilizzo del nome di fantasia dato allo scenario dei racconti del Commissario Montalbano.Infatti, dopo alcuni mesi, anche sulle tabelle stradali della cittadina marinara sotto Porto Empedocle comparve “Vigata”, fungendo da richiamo turistico, con notevoli ricadute positive per l’economia locale.
Erano gli anni del “boom” camilleriano a livello internazionale, sulla scia delle fiction Rai e del successo planetario delle pubblicazioni del già anziano scrittore “marinisi”. Gli amministratori comunali dell’epoca fiutarono la possibilità di trarre vantaggio in termini di visibilità, dalla grande esposizione mediatica, generata da Montalbano e da chi lo aveva creato. Quindi ecco l’idea di “ribattezzare” il paese natale dello scrittore, non senza il suo beneplacito. Via libera che arrivò esattamente vent’anni fa. Tutto bene, fino a qualche settimana addietro.
Evidentemente, questo quadro contenente lo straordinario reperto storico, da custodire gelosamente, magari in una cassaforte, chissà in quale caotico magazzino sarà finito. Ma soprattutto, chissà chi in questo magazzino avrà messo mano, procedendo a una “pulizia” fin troppo accurata. L’autorizzazione all’uso del nome Vigata, vergata di pugno da Camilleri, è incredibilmente finita in una discarica di rifiuti, come un qualsiasi water o pezzo di arredamento devastato dalle tarme. Impossibile risalire all’epoca in cui si è consumato questo scempio.
Coloro i quali gestiscono l’area di stoccaggio dei rifiuti si sono immediatamente attivati per trovare una soluzione a questa incredibile vicenda. Dopo una rapida ricerca di qualcuno a conoscenza dei recapiti della famiglia Camilleri, l’imprenditore è riuscito a contattare tramite mail le figlie dello scrittore, defunto nel luglio 2019, le cui spoglie riposano a Roma, dove ha anche sede la Fondazione a egli intitolata.Lo “scopritore” di questa straordinaria testimonianza si è messo a disposizione per farla recapitare in tempi rapidi alla famiglia Camilleri.
Magari in attesa che qualcuno dal Comune di Porto Empedocle (magari il commissario Montalbano in persona, ndr) si adoperi per capire come sia stato possibile un simile incredibile episodio, accertando le responsabilità.
A Porto Empedocle in questi 20 anni è rimasta solo una tabella stradale con il nome “Vigata” sotto Porto Empedocle e l’accostamento ha parzialmente contribuito allo sviluppo turistico della città.
Il sindaco di Porto Empedocle, Calogero Martello dice: «Si tratta di un fatto molto grave, che mi ha condotto ad avviare con urgenza un’indagine interna al Comune per verificare come, quando e in che modo sia stato possibile che un documento così importante possa essere stato smaltito in discarica».
«Ringrazio tutti coloro che si sono adoperati per il rinvenimento – aggiunge – tra questi il giornalista Francesco Di Mare. Il documento, com’è giusto che sia, sarà affisso nella stanza di rappresentanza del sindaco, affinché la memoria e il ricordo di Andrea Camilleri siano tenuti vivi e in maniera adeguata e solenne».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA