Oggi doveva essere il giorno di Vanni Calì, l'ingegnere catanese di 74 anni sequestrato ad Haiti il 1 giugno scorso da una banda criminale dedita ai rapimenti e rilasciato 23 giorni dopo il rapimento. Oggi Calì avrebbe dovuto incontrare il primo cittadino in Municipio e poi parlare con la stampa dopo il suo rientro a Catania. Ma, come è noto, un malore ha impedito all'ingegnere catanese di partecipare all'incontro che è stata rinviato a data da destinarsi.
Calì ci ha comunque fatto arrivare poche parole in cui ringrazia «per l'affetto e l'attenzione» dedicati alla sua «triste vicenda», e racconta di essere rientrato sabato scorso nella sua casa di Sant'Agata Li Battiati (Catania) «potendo finalmente riabbracciare mia moglie, i miei figli, i miei nipoti e mia madre».
«É stato terribile e orribile – dice Calì ricordando il sequestro e la prigionia – 23 giorni di detenzione in condizioni inimmaginabili il cui doloroso ricordo è stato fortunatamente attutito dalla gioia del ritorno».
«Stanotte ho avuto un malore – spiega ancora lo stimato ingegnere – , come ovvia conseguenza di quanto patito. Sto, dunque, effettuando tutti gli accertamenti clinici necessari. I primi esami hanno già dato esito positivo e sento che anche questa volta ce la farò». «A presto», conclude Calì manifestando tutta sua voglia che ha di tornare alla sua vita.
Giovanni Calì si trovava ad Haiti per conto della ditta di costruzioni Bonifica Spa, con sede a Roma, e si stava occupando della costruzione di una strada. Gli indizi portarono subito gli inquirenti nella direzione delle diverse violente bande criminali che si dedicano ai rapimenti a scopo di ricatto, in particolare di funzionari stranieri e anche sacerdoti. In particolare si pensò alla gang "400 Mawozo", già nel mirino delle forze dell'ordine per il rapimento di sette religiosi cattolici a Port-au-Prince e che ha fruttato ai rapitori molto di più della media dei riscatti in un Paese tra i più poveri al mondo, devastato poi dal terremoto del 2010, dove negli ultimi anni la piaga dei sequestri a scopo estorsivo è aumentata in maniera spaventosa. Solo l'anno scorso ce ne sono stati ben 243.