PALERMO – Nonostante le restrizioni dovute alla pandemia di Coronavirus, si è tenuta in diretta streaming l’inaugurazione dell’Anno Accademico 2020/2021 dell’Università degli Studi di Palermo, giunta al 215° anno dalla sua fondazione. Un anno difficile – come del resto per tutti gli Atenei d’Italia – anche per Unipa a causa dell’emergenza Covid-19 che ha stravolto il sistema dell’erogazione della didattica, lasciando il campo a nuove strade come quella delle lezioni e delle lauree a distanza, ma che ha anche fornito la spinta decisiva per potenziare alcuni servizi e fare decisi passi avanti dal punto di vista dell’inclusività e dell’innovazione tecnologica, con lo sguardo sempre rivolto al futuro e cogliendo dalla pandemia quegli aspetti positivi legati alla capacità di adattarsi e di puntare sugli investimenti necessari per rispondere presente al momento della ripartenza.
“E’ stato un anno molto complesso, ricordo perfettamente come a fino febbraio-inizio marzo scorso si sia dovuto stravolgere tutto per mettere a punto un sistema completamente nuovo rispetto al passato – esordisce il rettore dell’Università degli Studi di Palermo, Fabrizio Micari, nel corso del suo intervento in videoconferenza -. Fin dall’inizio il filo conduttore è stato quello di non lasciare indietro nessuno dei nostri studenti. Siamo partiti con la didattica a distanza, poche settimane dopo le prime lauree a distanza, non si è fermato mai nulla. E’ radicalmente cambiato tutto, abbiamo potenziato le aule, implementato il wifi, fatto tutta una serie di azioni per facilitare gli studenti seguire lezioni, tra queste quella di donare 3000 tablet a chi è in difficoltà economiche. E devo dire che le cose hanno funzionato”.
Micari, giunto all’ultimo anno del suo mandato, sottolinea come nonostante le inevitabili difficoltà il bilancio dell’ultimo anno resta positivo nell’ambito di un costante miglioramento registrato fin dal suo insediamento nel 2015: “Il numero di laureati e il numero di esami sostenuti nel 2020 non sono stati diversi rispetto all’anno precedente. A settembre – sottolinea il rettore dell’Ateneo palermitano – abbiamo provato a ripartire in presenza, poche settimane dopo siamo dovuti ritornare a distanza. Ma complessivamente, come tutto il sistema universitario italiano, abbiamo dimostrato resilienza e capacità di andare avanti”.
A testimoniarlo sono i numeri e i dati statistici: “Negli ultimi cinque anni gli immatricolati puri sono cresciuti del 34% – evidenzia il rettore Micari -. Credo che si sia lavorato tanto sull’offerta formativa, migliorata e potenziata con 29 corsi di laurea triennali in più. Abbiamo eliminato tantissimi numeri chiusi e introdotto la no tax area, seguendo alcuni provvedimenti nazionali ancora una volta nella direzione del diritto allo studio. E il 95% di gradimento degli studenti nei confronti di lezioni e servizi di biblioteca secondo le indagini Almalaurea – conclude Micari – mi pare un dato ragguardevole”. L’evento è stato arricchito dagli intermezzi musicali di Mario Incudine e Antonio Vasta, che hanno accompagnato la lettura da parte dell’attrice Pamela Villoresi di alcuni brani significativi del patrimonio letterario italiano, tra cui il Canto XXVI dell’Inferno della Divina Commedia con i versi “fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza” che rappresentano un inno al desiderio di conoscenza proprio di chi si incammina verso il percorso formativo universitario.
La manifestazione si è conclusa con l’intervento di Gaetano Manfredi, ex ministro dell’Istruzione in carica fino a poche settimane fa nel Governo Conte-bis, che ha sottolineato l’importanza di un operato di Governo attento alle istanze del mondo universitario: “E’ stato un anno difficile, duro per le nostre comunità, ma affrontato con grande senso di abnegazione. Da ministro ho servito il Paese con grande impegno. La politica dell’Università che ho avuto il privilegio di decidere – dichiara l’ex ministro – si è molto orientata al sostegno agli studenti, certamente si può fare molto di più e faccio i miei auguri a Cristina Messa che mi ha sostituito. Gli Atenei del Sud rappresentano l’ossatura del nostro Paese, nel mezzogiorno l’Università può essere volano di ripartenza e trasformazione e la parola chiave è quella dello sviluppo”.