CATANIA – Anche il prof. Agatino Cariola, ordinario di diritto costituzionale presso l’Università di Catania, si candida a rettore dopo lo scandalo che ha travolto i vertidi dell’Ateneo catanese. «Ho deciso di candidarmi – scrive Cariola in una lunga nota – per le prossime elezioni del Rettore dell’Università di Catania e porre a disposizione della nostra Università le competenze che ho acquisito proprio studiando e lavorando al suo interno per tanti anni. Sono grato alla mia Università per quanto mi ha dato».
Secondo Cariola «c’è da rafforzare, se non da ricostruire, il rapporto con il territorio: con le istituzioni, con il sistema produttivo e con i ceti professionali, con i pazienti che si rivolgono alle strutture sanitarie di guida universitaria, con le famiglie degli studenti affidati a questa Università», che per il costituzionalista rimane «la più grande azienda del territorio». Ma per Cariola questo «questo compito esige anche uno scatto di orgoglio che sappia superare gli smarrimenti del presente, correggere ciò che è da cambiare, sostenere pratiche sempre più trasparenti e avere la capacità a spiegarle all’esterno, presupposto indispensabile per guadagnare la fiducia degli altri. Dobbiamo riconquistare e saper investire in fiducia tra noi e con questo territorio: fiducia che è poi il motore dell’innovazione e dello sviluppo in qualsiasi campo».
Con quella di Cariola sono cinque le candidature ufficiali a nuovo rettore dell’Università di Catania. Ai quattro già noti, Roberto Purrello (direttore del Dipartimento di Scienze Chimiche e della Scuola Superiore), Vittorio Calabrese (docente di Biochimica clinica e direttore della Scuola di specializzazione in Patologia clinica e Biochimica clinica), Francesco Priolo (Direttore del Dipartimento di Fisica e Astronomia), Salvatore Barbagallo (docente di Idraulica agraria, già preside della facoltà di Agraria e dal 2010 al 2011 dirigente generale del Dipartimento Interventi infrastrutturali per l’agricoltura alla Regione) si è aggiunto il porf. Agatino Cariola.
Si è ritirato dalla corsa, invece, Maurizio Caserta. Il professore di Economia politica, che aveva già dato una disponibilità pubblica alla candidatura, ha deciso di non andare avanti «per non costituire ulteriore motivo di contrapposizione», ha scritto in una lettera a aperta, dopo le notizie di stampa secondo cui «il rigetto delle istanze di revoca delle misure interdittive inflitte ad alcuni colleghi sarebbe dipeso dalle dichiarazioni da me rese all’autorità giudiziaria». Caserta in realtà attendeva anche «spunti di riflessione che nelle ultime 48 ore non ci sono stati. Mi è sembrato – spiega – che non si volesse discutere di ciò che è successo.
Non si parla più di rinvio del voto. Secondo alcune indiscrezioni il decano Vincenzo Di Cataldo avrebbe già fissato un calendario di incontri nei dipartimenti, dalla prossima settimana, per permettere ai candidati di esporre i loro programmi.
Dal Miur, intanto, arrivano alcuni chiarimenti sull’invio degli ispettori. «È vero che il ministro Bussetti è d’accordo – dicono dall’ufficio stampa – ma l’ispezione sarà demandata alla Ragioneria centrale, tramite gli uffici territoriali, per un controllo contabile. Inoltre, si chiederà all’Anac di verificare il rispetto della normativa sull’anticorruzione».