Cronaca
Un tifoso muore a Milano per colpa di gruppo ultras, indagini e indignazione del questore-arbitro di A con un passato a Catania
MILANO – Indignato, come massima carica della polizia a Milano ma forse anche come uomo di calcio a grandi livelli: così è apparso il questore di Milano, Marcello Cardona, quando, in conferenza stampa, ha ripercorso la serata di follia ieri in via Novara, a meno di due chilometri dallo stadio Meazza, dove un centinaio di interisti e di ultras di tifoserie gemellate ha assaltato dei van con a bordo i supporter partenopei causando un morto, un tifoso pure interista investito da un suv, e quattro feriti non gravi a coltellate. Nel suo cuore probabilmente, mentre riferiva i fatti, si mescolavano i ricordi da arbitro sui campi della serie A e la passione dell’uomo d’ordine, il suo presente alla guida della Questura di Milano, dove è approdato dopo una lunga carriera nella Polizia di Stato
Cardona, 62 anni, laureato in Giurisprudenza e giornalista pubblicista, in Polizia dal 1981, tra il ’90 e il ’96, infatti, ha da arbitro diretto 32 partite in serie A (tra queste numerose di cartello come Juventus-Napoli, Juventus-Roma e Roma-Napoli), incrociando sul campo i grandi campioni dell’epoca tra cui Maradona, 88 in serie B e 11 in Coppa Italia. L’esordio nella massima serie fu con un Genoa-Parma del 2 dicembre del 1990 (2-1 per i grifoni) mentre l’ultima in serie A è stata Torino – Atalanta terminata 0-1 il 26 novembre del 1995. Cardona è anche però amareggiato perché a essere ferita è stata la città in cui approdò nel 1982 alla Criminalpol per poi tornare da questore nel febbraio del 2017. Prima di dirigere la Questura di Milano era stato a Roma, quindi questore a Varese, dove con i suoi uomini aveva risolto il “delitto della mani mozzate” per cui fu condannato all’ergastolo Giuseppe Piccolomo, per aver ucciso e mutilato delle mani la pensionata Carla Molinari.
Quindi a Livorno, dove dovette affrontare un’altra vicenda a sfondo sportivo: i cori offensivi dei tifosi di Verona diretti ad oltraggiare memoria del giocatore amaranto Piermario Morosini, morto durante Livorno-Pescara. Altro incarico a Catania, impegnato a combattere la mafia ma anche la tratta di esseri umani con la tragedia della morte di 49 migranti e l’arresto di otto scafisti. Nel febbraio dell’anno scorso il ritorno a Milano a capo della Questura di una città impegnativa in cui non sono mancate vicende che hanno richiesto grande impegno da parte della Polizia: dalla gestione del flusso di migranti a gravi fatti di cronaca nera alla gestione dell’ordine pubblico in grandi manifestazioni e, ancor più, da ieri, il controllo e la repressione delle tifoserie violente.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA