Si estende il fronte degli incendi che da ieri divampano in una zona molto estesa tra le Madonie e i Nebrodi. Le due grandi aree boschive, che sono un patrimonio naturalistico protetto, sono ormai unite dal fuoco. I primi roghi hanno assediato Gangi e da qui il fuoco ha preso nella notte due direzioni: una verso San Mauro Castelverde, e da qui verso Collesano e Lascari, e un’altra verso Geraci Siculo. Malgrado gli interventi massicci dei canadair, ancora impegnati con i vigili del fuoco e le squadre della Forestale e della Protezione civile, le fiamme spinte dal vento di scirocco sono arrivate a Pettineo e a Castel di Lucio e nelle campagne di Mistretta, sui Nebrodi. Ora puntano verso Tusa. Le zone devastate abbracciano tre province: Palermo, Enna e Messina.
Particolarmente drammatica è la situazione di Castel di Lucio. Il fuoco ha attaccato il costone che sovrasta il paese, aziende zootecniche e abitazioni. Numerose case sono state evacuate. In tutta l’area interessata dagli incendi si è formata una densa coltre di fumo visibile fino a Capo d’Orlando che rende più problematici gli interventi dei canadair.
Sono almeno 8 gli aerei antincendio in azione dall'alba in Sicilia tra Castel di Lucio (Messina), Geraci, Gangi e Scillato (Palermo), dove alcune stalle sono state attaccate dalle fiamme e diverse case sono state evacuate.
A Gangi la situazione drammatica ha costretto ad annullare tutte le iniziative in programma per la 57ª Sagra della Spiga. «La nostra comunità gangitana è stata colpita al cuore. Il devastante incendio ha messo in ginocchio gran parte delle nostre campagne. Siamo al fianco dei nostri agricoltori ed allevatori che da sempre incarnano il significato più profondo della Sagra della Spiga», ha detto il presidente della Proloco Mario Puglisi. L’incendio che ha creato molti danni a Gangi è partito dalla zona di contrada Prato, ha raggiunto la chiesa di San Biagio, per poi risalire velocemente – a causa del vento di scirocco che sta imperversando da giorni sulla Sicilia – il versante nord-est di monte Marone.
Ad essere maggiormente colpite sono state le aziende agricole che hanno subito ingenti danni. Il fronte di fuoco ha colpito il raccolto, decine gli edifici andati in fumo, tra abitazioni, stalle e magazzini. Perduta l’intera produzione cerealicola. «Oggi il nostro territorio è stato colpito al cuore – afferma il sindaco Francesco Migliazzo -. Ringraziamo i vigili del fuoco, la Protezione civile, il Corpo forestale e tutti gli uomini che si sono impegnati per domare le fiamme. Siamo vicini a tutti gli agricoltori, a chi ha perso tutto e a chi dovrà rialzarsi. Come comunità ci rialzeremo, più forti di prima».
L’incendio che è partito da Gangi, sulle Madonie, ora minaccia la riserva naturale di monte Campanito. Il fuoco che ha raggiunto i Nebrodi e il messinese attraversando territori della zona nord dell’ennese è dunque alle porte di Campanito Sambughetti in territorio di Nicosia (En). Da tutta la notte la zona è presidiata dalle squadre di terra del corpo forestale che hanno tentato di scongiurare che le fiamme entrassero nel bosco, ma adesso il fronte, che ha dimensioni eccezionali, rischia di attraversa la riserva e si attende l’intervento di un elicottero pesante per le operazioni dall’alto. Tutta l’area nord ennese è ricoperta da una densa coltre di fumo che rende l’aria irrespirabile.
Un vasto incendio è in corso da ieri sera anche tra le campagne dei due comuni di Mojo Alcantara e Malvagna, in provincia di Messina, avvicinandosi di più in queste ore a quest’ultimo centro. Sul posto, tra contrada Coste, Rinazzo e comunque a ridosso dei Nebrodi, stanno intervenendo anche i canadair, ma già da ore tentavano di domare le fiamme le squadre antincendio della Forestale e del Distaccamento Vigili del Fuoco Volontari di Mojo Alcantara. Una nube di fumo avvolge i due piccoli centri del messinese. L’incendio stanotte è stato alimentato anche dalle forti raffiche di vento che hanno fatto estendere il fronte del fuoco fino ad avvicinarsi ai due paesini, danneggiando finora soprattutto zone incolte e qualche uliveto.
Notte di fuoco pure a Lipari nel polmone verde di "Quattropani" dove un incendio ha distrutto 30 ettari di macchia mediterranea. Le fiamme si sono sviluppate intorno alle 23 nella zone di Caolino e Valle Pera sotto lo sguardo attonito di residenti, villeggianti e turisti. Roghi anche nelle aree di Aria Morta e Costa D’Agosto. Sul posto vigili del fuoco e soccorritori che hanno evacuato un’abitazione e messo in sicurezza diverse case danneggiate. Indagano i carabinieri. Oltre al vento di Scirocco che sovviava sulle Eolie, non è escluso si possa trattare di incendi di natura dolosa.