NEW YORK – L’italoamericano Francesco ‘Frank’ Calì, 53 anni, è stato vittima ieri sera di un agguato davanti alla sua residenza di Staten Island (New York City) ed è morto in ospedale a causa delle ferite riportate da colpi di arma da fuoco: . Secondo i media si tratta del primo assassinio di rilievo negli ambienti della criminalità organizzata di New York da oltre 30 anni. L’agguato è avvenuto alle 21:00 ora locale (le 2:00 di oggi in Italia).
Calì, detto “’u Franki”, è ritenuto il boss della famiglia Gambino, ed è diventato il capo dello storico clan mafioso di New York dopo l’arresto e la condanna all’ergastolo di Peter Gotti.
Calì è stato raggiunto da almeno sei colpi di arma da fuoco, secondo quanto hanno riferito alcuni testimoni: a sparare è stato un uomo, che prima di fuggire a bordo di un’auto blu gli è passato sopra.
Subito dopo l’agguato, sempre secondo i testimoni oculari, alcuni membri della sua famiglia sono usciti in strada e sono stati visti accanto al suo corpo piangendo.
Finora la polizia non ha eseguito alcun arresto. I media riportano che si tratta del primo assassinio su commissione di un boss della criminalità organizzata di New York dal 1985.
“Franki” è nato a New York da genitori di Palermo e secondo le indagini dell’Fbi era come detto il boss della famiglia mafiosa dei Gambino della Lcn (La Cosa nostra) americana. Sposato con una Inzerillo, Rosaria, da cui ha avuto due figli, la sua affiliazione alla famiglia Gambino risale a molti anni fa, a riferirlo al Federal bureau of investigation era stata nel gennaio 1997 una loro fonte attendibile. Due anni dopo un pentito, Frank Fappiano, che era uomo d’onore dei Gambino, ha riferito ai magistrati americani di aver conosciuto Cali’ come “wiseguy'”, ovvero uomo d’onore. “Franky boy” – come era chiamato da giovane – era stato così inserito nel quadro di comando della famiglia dopo l’arresto dei fratelli John e Joe Gambino e Jackie D’Amico che era il capo della 18ª strada di Brooklyn a New York.
Gli affari illeciti di Frank Calì giravano attorno a diverse società americane, in particolare la ”Circus fruits” di New York. Franky era in contatto con i boss di Palermo, in particolare con Antonino Rotolo tramite Nicola Mandalà, mafioso di Villabate, detenuto e già condannato per mafia, e Gianni Nicchi ritenuto un sicario di Cosa nostra e anche lui condannato per mafia. I due palermitani in passato sono stati a New York dove dove hanno incontrato più volte Calì, che al loro ritorno a Palermo hanno indicato al capomafia Rotolo come «amico loro».
Frank Calì era stato arrestato nel 2008 nell’abito dell’operazione Old Bridge dell’Fbi, ma si trovava ora in libertà vigilata. Fu arresatto insieme con l’ultraottantenne Filippo Casamento, coinvolto nell’omicidio di Pietro Inzerillo, il cui cadavere fu trovato nel gennaio ’82 nel New Jersey e con il giovane Giovanni Inzerillo, 36 anni, figlio di quel “Totuccio” ucciso dagli uomini di Riina, esponente di rilievo della famiglia mafiosa palermitana di Passo di Rigano, che storicamente ha rappresentato l’emanazione negli Usa di Cosa Nostra siciliana.
Calì fu arrestato da agenti dell’Fbi e della polizia italiana in casa dell’amante, un appartamento a Long Island. Da film fu la reazione di Filippo Casamento mentre gli agenti lo portavano via dalla casa newyorkese a Staten Island, dove si trovava con la nipote: «Minchia – disse l’anziano affiliato – quanto sono elegante».