La donna uccisa ieri era sotto cas a Bologna, Alessandra Matteuzzi, 56 anni, aveva presentato pochi giorni fa una denuncia contro l’ex compagno, Giovanni Padovani, 27, dal quale si era lasciata da qualche mese. Non è bastato a salvare la vita. L'ex l'ha uccisa a martellate durante l'ennesima lite. L’indagato, che è stato arrestato, è un calciatore ed ex modello, originario di Senigallia, in provincia di Ancona. Ha militato in varie squadre di serie C e D: tra cui il Foligno calcio, il Troina, Giarre e ora la Sancataldese, team siciliano di serie D, che proprio pochi giorni fa ha eliminato il Catania Ssd dalla Coppa Italia.
Sarebbe arrivato ieri a Bologna in aereo dalla Sicilia dopo aver disertatato gli ultimi allenamentio e poi sarebbe andato ad attendere la donna sotto casa. «C'era stata una denuncia e anche delle integrazioni, erano stati sentiti dei testimoni e nominato un pm». E’ quanto spiega in un video pubblicato da Il Resto del Carlino la sorella di Alessandra Matteuzzi. «Hanno avuto una frequentazione a distanza, perché lui faceva il calciatore in Sicilia, quindi si sono visti poche volte – ha aggiunto la sorella della vittima – era poco più di un anno che si conoscevano, però è dallo scorso gennaio che ha cominciato ad avere delle ossessioni verso di lei. Si vedevano una volta al mese, poi hanno passato qualche giorno insieme, durante il periodo di pausa calcistica, lui è stato qua con lei. A quel punto però le sono successe delle brutte cose, lui aveva rotto piatti e bicchieri, si era arrampicato dalla terrazza, staccava la luce generale del suo appartamento, e le faceva degli agguati sulle scale», ha spiegato la donna.
Ieri sera l'ultimo agguato, quello mortale. E quando è stata aggredita dall’ex compagno, Alessandra Matteuzzi, era al telefono proprio con la sorella. Lo ha raccontato la stessa al Tgr Rai Emilia-Romagna. «E' scesa dalla macchina e ha cominciato a urlare: no Giovanni, no, ti prego, aiuto. Io ero al telefono, ho chiamato immediatamente i
carabinieri che sono arrivati subito. Io abito a 30 chilometri. Alla fine l’ha massacrata di botte», ha detto la donna in lacrime.
«Condanniamo senza se e senza ma ogni violenza e femminicidio. Non riusciamo a trovare le parole per commentare i fatti che si sono verificati ieri sera a Bologna, per la furia e la ferocia subita da Alessandra Matteuzzi. Ciò che proviamo in questo momento è shock e sgomento». Lo ha scritto in una nota la dirigenza della Sancataldese, squadra che milita nel campionato di serie D, precisando che l’uomo fermato per l’omicidio, avvenuto ieri sera a Bologna, era già stato allontanato. «La Società Sancataldese Calcio – continua la nota – tiene a puntualizzare che il calciatore Giovanni Padovani già lo scorso sabato 20 agosto era stato messo fuori rosa a causa del suo ingiustificato allontanamento. La dirigenza verde amaranto si stringe al dolore della famiglia della vittima, certi che la legge faccia il suo corso».
«Giovanni Padovani era arrivato alla Sancataldese circa 10 giorni fa – ha raccontato l'avvocato Salvatore Pirrello, dirigente e legale della Sancataldese -. Sebbene nei giorni trascorsi in albergo per il ritiro con i compagni avesse avuto un comportamento normale, e con loro aveva anche instaurato un buon rapporto, sembrava un ragazzo un pò solitario».
«Avevamo intuito – aggiunge l’avvocato della società Nissena – che avesse dei problemi e che non era sereno. Spesso si isolava, tant'è che sabato aveva lasciato improvvisamente il ritiro dicendo all’allenatore che per problemi personali doveva andare via. Lunedì ci aveva ricontattato per chiedere di rientrare in squadra. Ma il fatto che fosse andato via senza nessuna spiegazione la sera prima della partita di domenica, contro il Catania – ricostruisce l’avvocato Pirrello – per noi era un fatto grave e quindi non lo abbiamo più reintegrato in squadra comunicandogli che per quanto ci riguardava poteva cercare una nuova società. Certo nessuno poteva aspettarsi fatti simili. La notizia ci ha sconvolti».