ROMA – «Con l’emendamento gattopardesco sulle trivelle frutto dell’accordo tra Lega e M5S, verranno autorizzate 15 nuove trivellazioni di cui 4 in mare (3 mar adriatico e 1 canale di Sicilia ) e 11 sulla terraferma. Questo accadrà in virtù della norma che fa salvi dalla sospensione di 18 mesi le istanze di concessione in essere alla data di entrata in vigore della legge e a queste se ne potranno aggiungere altre sino alla data di pubblicazione della legge in gazzetta ufficiale». Lo denuncia Angelo Bonelli, leader dei Verdi.
Secondo Bonelli, «le concessioni ad estrarre che verranno autorizzate sono principalmente di Eni, Agip, Edison e Total. C’è l’istanza di concessione relativa al permesso A.R94.PY che porterà ad estrarre idrocarburi di fronte al parco del Delta del Po e caso eccezionale all’interno delle 12 miglia marine attraverso un’interpretazione abnorme dell’articolo 35 del decreto Sviluppo del 2012, promosso dall’allora ministro allo Sviluppo Economico del governo Monti, Corrado Passera».
Quella norma, spiega Bonelli, «prevedeva una deroga al limite delle 12 miglia, e faceva salvi i procedimenti autorizzatori e concessori in corso alla data del 29 giugno 2010». Altra istanza di concessione molto discussa, continua l’esponente dei Verdi, “che si trasformerà in autorizzazione ad estrarre, è il permesso n. G.R 14.AG, meglio conosciuto come pozzo Vela 1, di fronte le belle spiagge dell’agrigentino di Eni -Edison che è stata oggetto di polemiche e contestazioni forti da parte di ambientalisti e pescatori”.
L’emendamento trivelle M5s e Lega, continua Bonelli, «salva anche le concessioni in scadenza, che verranno automaticamente rinnovate senza alcun controllo, in questo modo tutte le concessioni della Basilicata continueranno ad operare come quella della Val D’Agri che scadrà il 31 ottobre 2019. Continueranno ad operare senza problemi le 116 coltivazioni ad estrarre che operano sulla terraferma su un totale di 8.000 km/q e le 66 coltivazioni sui fondali marini su una superficie di 8.064 Km/q per un totale di oltre 140 piattaforme e 745 pozzi».
La moratoria di 18 mesi, sottolinea Bonelli, “riguarderà i permessi di ricerca che sono stati già rilasciati e che verranno sospesi ma la norma così come scritta porterà sicuramente gli atti amministrativi conseguenti ad essere annullati dal Tar per l’illegittimità della retroattività applicata e per lesione del legittimo affidamento”. “Ci troviamo di fronte ad una presa in giro” conclude Bonelli.
Fonti del ministero commentano le affermazioni di Bonelli e dai corridoi filtra che «tutte le richieste di permessi di trivellazione che arriveranno sulla scrivania del ministro dell’Ambiente Sergio Costa non verranno firmate». Il Ministero ribadisce che il ministro Costa ha già espresso la sua intenzione di non firmare nuove.