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«Trasferire il procuratore Giordano per incompatibilità», nuovo terremoto giudiziario a Siracusa

Di Redazione |

ROMA – Dopo l’arresto dell’ex pm Giancarlo Longo – accusato di aver pilotato fascicoli di indagine per favorire clienti di peso di due avvocati, in cambio di soldi e viaggi di lusso – un altro terremoto rischia di investire la procura di Siracusa. Perchè la Prima Commissione del Csm ha chiesto al plenum di trasferire d’ufficio per incompatibilità ambientale il procuratore Francesco Paolo Giordano. Le motivazioni non sono state ancora scritte. Ma a quanto si è appreso la Commissione porrebbe alla base della sua richiesta la situazione di conflittualità e il rapporto di fiducia che si sarebbe incrinato tra il procuratore e i sostituti firmatari due anni fa di un esposto alla procura di Messina; esposto che è stato tra gli atti da cui è scaturita l’inchiesta che il 6 febbraio ha portato all’arresto di Longo e di altre 14 persone.

Prima dell’intervento della magistratura il Csm aveva già trasferito da Siracusa Longo e un altro pm Maurizio Musco, condannato in via definitiva per abuso d’ufficio e anche lui ora coinvolto nell’inchiesta della procura di Messina.

La delibera di oggi della Commissione – presa con 5 voti a favore e l’astensione del presidente Antonio Leone – arriva all’esito di un’istruttoria nell’ambito della quale è stato ascoltato il procuratore. Che, anche con due memorie, ha rivendicato la correttezza del proprio operato. «Ho sempre collaborato con l’autorità giudiziaria di Messina alla quale ho trasmesso tutte le segnalazioni e gli atti richiesti come pure ho fatto segnalazioni ai titolari dell’azione disciplinare», aveva detto Giordano, dopo l’arresto di Longo.

«Escludo che alla base di questa proposta di trasferimento vi sia una presunta inerzia o accondiscendenza del dott. Giordano rispetto ai magistrati del suo ufficio coinvolti in gravi vicende giudiziarie – sottolinea ora il procuratore di La Spezia Antonio Patrono, che difende Giordano davanti al Csm – perchè è stato proprio lui a denunciare tali vicende, come dovrebbe risultare in base a stralci comparsi sui giornali, anche dalla recente misura cautelare emessa dall’autorità giudiziaria di Messina, di cui è già stata chiesta l’acquisizione agli atti della procedura. Aspettiamo quindi di leggere le motivazioni di questa proposta per comprenderne le ragioni».

La decisione finale sarà presa dal plenum del Csm. E difficilmente arriverà prima di un mese.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA