PALERMO – In Vespa da Cinisi a Corleone fino a Portella della Ginestra, per riappropriarsi di quei luoghi dove per anni i diritti sono stati negati per volontà di boss come Provenzano, Riina e Bagarella. È l’iniziativa organizzata dal «Vespa club Valdera» con Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato e Libera giovedì 10 maggio, 40 anni dopo l’uccisione di Peppino Impastato. «Siamo riusciti a tenere il ricordo di mio fratello vivo per 40 anni, ma ora questo non basta – dice Giovanni Impastato, che parteciperà alla visita in Vespa – adesso dobbiamo consegnare il passaggio di testimone alle generazioni più giovani, un messaggio educativo e di impegno contro la negazione dei diritti, nel rispetto della dignità umana. Legalità per noi vuol dire questo, educare i giovani alla disobbedienza civile, contro ogni forma di sopraffazione e ingiustizia, per questo passeremo anche da Portella, dove i diritti dei contadini sono stati negati». Partenza con Impastato da Cinisi alle 8.30, poi l’arrivo in piazza Marconi a Corleone e il saluto della commissaria Giovanna Termini al centro sociale intitolato al piccolo Di Matteo.
«Ci sarà un incontro al laboratorio della legalità in via Colletto che si trova in un bene confiscato a Provenzano – spiega Pippo Cipriani, di Lega coop Sicilia, uno dei sindaci antimafia che ha rappresentato la rottura di Corleone rispetto al passato – ricorderemo Di Matteo e Impastato in un ideale collegamento tra due realtà sofferte e ferite dalla violenza mafiosa, come Cinisi e Corleone, percorrendo simbolicamente quella via fatta per anni da Riina e Bagarella, in una nuova mappa di riappropriazione dei luoghi prima negati allo sviluppo ora restituiti alla comunità. Non a caso saremo con Calogero Parisi, della cooperativa «Lavoro e non solo» di Corleone per parlare della gestione dei beni confiscati e dei buoni frutti che hanno permesso a decine di ragazzi del Corleonese di trovare un lavoro onesto».
Ci sarà anche don Armando Zappolini, presidente Coordinamento Nazionale Comunità accoglienza. Alle 12.30 il pranzo nella sede della coop, poi partenza da Corleone verso Portella della Ginestra per ricordare «chi ha perso la vita per chiedere quanto gli spettava di diritto».