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Tentato omicidio per vendetta a Rosolini, due arresti dopo 20 giorni

Di Redazione |

SIRACUSA – Con l’accusa di tentato omicidio i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Noto hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto due uomini ritenuti responsabili dell’agguato, avvenuto la sera dello scorso 29 gennaio, ai danni di un cittadino bulgaro che vive a Rosolini (Siracusa). L’uomo fu ritrovato in un casolare gravemente ferito al collo e al capo da un colpo di fucile sparato quasi a bruciapelo e che solo per caso non lo aveva ucciso. La vittima, soccorsa da personale del 118, fu condotta all’ospedale di Avola e sottoposta a un delicato intervento chirurgico, che gli ha salvato la vita.

Le indagini, immediatamente scattate, furono intralciate dalla mancata collaborazione della vittima e dell’unico testimone, il proprietario dell’immobile, che fornirono la stessa poco credibile versione su quanto accaduto. Agli investigatori dissero che mentre si trovavano soli in casa una vettura si era avvicinata all’ingresso e uno sconosciuto aveva sparato un colpo alla vittima, allontanandosi subito dopo.

Una ricostruzione dei fatti smentita dalle risultanze dei primi sopralluoghi, a cominciare dai due bossoli che non sono stati rinvenuti nel luogo indicato da vittima e testimone. Le indagini, però, hanno permesso di far luce sul tentato omicidio, ricostruendo nel dettaglio la dinamica dei fatti e consentendo di recuperare l’arma utilizzata: un fucile calibro 12 a canne mozze.

Secondo la ricostruzione degli investigatori dell’Arma, quella sera, vittima e testimone non erano da soli in casa ma erano presenti anche altre due persone, poi identificate come autore e mandante del tentato omicidio: Fethi Nhari, 37 anni, tunisino sprovvisto di permesso di soggiorno, e Natale Savarino, 26 anni, agricoltore. “Il tunisino aveva avuto un litigio con la vittima – spiegano i carabinieri – e per vendicarsi aveva aizzato contro di lui Savarino, a cui, conoscendolo come persona rissosa e violenta, aveva raccontato falsamente che il bulgaro aveva intenzione di rovinargli il raccolto”.

A quel punto l’agricoltore, imbracciato un fucile a canne mozze che deteneva illegalmente, era andato a cercare la vittima, tendendogli un agguato nel cortile dell’abitazione e sparandogli mentre usciva di casa. I due si erano poi dati alla fuga convinti che l’uomo fosse morto. Così in realtà non era e i carabinieri hanno avuto modo di registrare delle ulteriori minacce mosse alla vittima per telefono dal tunisino, deciso a “finire il lavoro” senza questa volta “sbagliare il bersaglio”.

Proprio questo dettaglio ha indotto il pubblico ministero a emettere un decreto urgente di fermo di indiziato di delitto nei confronti di entrambi.

Il tunisino, che dopo il delitto temendo di essere rintracciato dai carabinieri, si era rifugiato nelle campagne di Bronte (Catania), è stato catturato mentre accudiva alcuni bovini. Savarino, invece, è stato tratto in arresto a Rosolini. Il fucile usato per ferire la vittima è stato ritrovato nascosto nel terreno nei pressi del muro di recinzione della proprietà di Savarino. I due sono stati condotti nel carcere di Siracusa. Il fermo è stato convalidato.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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