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Tassa di soggiorno, Catania “svolta”: stop alla pacchia delle case vacanza

Di Giuseppe Bonaccorsi |

CATANIA – L’amministrazione Pogliese ha già pronto il nuovo regolamento per la tassa di soggiorno che estenderà anche alle case alloggio l’obbligo di pagare la tassa turistica. Lo aveva annunciato lo stesso sindaco durante l’intervento in Consiglio sulla dichiarazione di dissesto. Per procedere all’invio del nuovo regolamento in Aula manca – al momento – solo un parere richiesto all’Avvocatura comunale. Inoltre l’amministrazione conta di stipulare un protocollo d’intesa con Airbnb, principale portale di vendita on line per le locazioni brevi (in città sono presenti circa 600 strutture) e la creazione di un link per segnalare in maniera anonima le strutture irregolari. Si punta anche a potenziare i controlli in collaborazione con la Gdf.

Comunque – come già scritto da questo giornale – appaiono quantomeno sorprendenti i numeri che emergono dall’incrocio dei dati delle strutture elaborati dal Comune. Nel 2017, nel primo trimestre, nelle casse comunali sono entrati dalla tassa di soggiorno per i pernottamenti turistici, 174mila euro, poi saliti a 276mila nel secondo trimestre, a 249 mila nel terzo trimestre (luglio-agosto e settembre, quando le presenze sono ovviamente di più) per scendere, nell’ultimo trimestre, a 219mila. Ma il dato più sorprendente arriva nel 2018. Nel primo trimestre gli incassi, rispetto al 2017, sono addirittura in calo e si assestano a 151mila euro, per poi salire a 231mila euro nel secondo trimestre (anche questo in calo rispetto al 2017 nonostante le tanto sbandierate notizie che in città si era registrato un forte incremento turistico), per poi schizzare in alto a 502mila auro nel terzo trimestre (quello tradizionalmente più gettonato per le vacanze). I numeri, ovviamente, mettono in risalto una evasione fiscale della tassa in tutti i trimestri presi in esame. In percentuale il terzo trimestre del 2018 ha invece fatto registrare un più 105% di entrate rispetto allo stesso periodo 2017.

La crescita vertiginosa nell’ultimo trimestre 2018 delle entrate dai pernottamenti trae origine da un incremento dei controlli. L’amministrazione Pogliese, col suo assessore al Bilancio e col sostegno del Gabinetto del sindaco, ha avviato una serie di controlli incrociati delle strutture, avvalendosi di un software per la registrazione delle presenze e procedendo a una rendicontazione trimestrale. Inoltre si è proceduto a un incrocio dei dati tra le strutture censite e i portali web di vendita. Ma, forse, la vera sfida all’evasione in questo settore è venuta dall’incremento del personale dei vigili urbani dedicati a questo settore che da 4 sono passati a otto, raddoppiando così i controlli nelle singole strutture.

All’inizio del nuovo anno il sindaco intende concordare con le associazioni di categoria le attività da programmare con gli introiti della tassa, vincolati per legge all’uso previsto dalla normativa di settore. «Abbiamo dimostrato – ha detto il sindaco – di sapere invertire la rotta. Basti pensare a quanto accaduto sul tema della tassa di soggiorno. Una volta insediatici in Comune abbiamo appreso dei dati della tassa di soggiorno e siamo rimasti colpiti per i numeri imbarazzanti visto l’aumento delle presenze turistiche. Abbiamo disposto un incrocio dei dati e nel terzo trimestre abbiamo registrato un incremento esponenziale, passando da -15 a più 105%. Su questo e altri temi – ha concluso Pogliese – bisogna invertire la rotta».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA