Tangenti, l’indagine è solo all’inizio: parte la caccia alla vera “black list”

Di Mario Barresi / 30 Ottobre 2015

PALERMO – Se la black list che dovrebbe far tremare la politica siciliana (e non solo) fosse davvero questa, allora è poco più che una lista della spesa. Con tanto di tangente rinfrescante – 7 climatizzatori, 12 radiatori, staffe e accessori per il montaggio per controvalore di 7.489,88 euro – pagata dall’imprenditore Massimo Campione. Ma purtroppo (per la smania dei cronisti) o per fortuna (per il certosino e silenzioso lavoro, ancora in corso, dei magistrati) la vera lista nera, nel significato più ampio, non è quella sequestrata al titolare della «Sistet» nella notte fra il 3 e il 4 settembre scorsi. In effetti, nelle 80 pagine di ordinanza del gip Ettorina Contino, la lista c’è.

 

Ed è quella che, nella ricostruzione ufficiale dei fatti, viene sequestrata dalla Squadra mobile di Palermo dentro una borsa di pelle nell’Audi A3 di Campione, posteggiata all’aeroporto di Punta Raisi. Nella perquisizione, effettuata «sulla scorta dei sospetti generati dall’evidente nervosismo del conducente», venivano trovati, tra le altre cose, 15 fogli. Quello che il gip definisce «un vero e proprio libro mastro delle tangenti» in cui Campione «annotava meticolosamente e con cronologica cura i vari esborsi effettuati e le regalie in favore dei soggetti pubblici considerati utili ai fini dell’impresa». Scendiamo nel dettaglio.

 

 

 

Ci sono innanzitutto «5 fogli a scrittura informatica, tutti contenenti l’annotazione di diversi nominativi con date e cifre corrispondenti». Sono dei tabulati con 76 stringhe, su 65 delle quali c’è l’indicazione «cons massimo x», con alla fine il totale: 502.626,88 euro. «Tra i nominativi dei destinatari – scrive il gip – compaiono più volte quelli di Marranca, Quattrocchi, Lo Bosco nonché di Tolomeo». Sulle restanti 11 stringhe altre note interessanti. Fra le quali: «avv Sartorio Antonella x corte dei conti» (19.051,20 euro) e «avv Polizzotto Maurizio X corte dei conti» (33.868,80 euro), poi verificate come regolari parcelle pagate ad avvocati; «Angelo Cuffaro x assunzione sra x Marranca» (10.835 euro), «Cuffaro Autoservizi x assunzione sra Marranca» (14.520 euro) e «Sintex srl Roma assunzione figlia Marranca dal 01» con l’importo di 19.032 euro. Queste ultime circostanze sono riscontrate nelle assunzioni della compagna e della figlia di Marranca, rispettivamente alla “Mediterranea Touring” di Giuseppe Cuffaro e alla “Sintec Srl” di Roma. La lista si conclude con i sette condizionatori e i dodici radiatori. Tutti alla voce «sig Quattrocchi». E poi i «10 manoscritti con penna blu su carta intestata “Edilmeccanica G. Campione srl”».

 

 

Con molti nomi. Alcuni ricondotti dai magistrati a precise identità, altri ancora da verificare. Molti sono dei soliti noti o comunque riconducibili agli indagati: «Marranca», «Salvatore», «Quattrocchi» (nome e cognome per la stessa persona), «assistente Quattrocchi», «Peppe» (lo stesso Quattrocchi, ndr), «Tesoriere», «Tolomeo». Diversi riferimenti al presidente di Rfi: «Lo Bosco», «Albero», ma anche «sottobosco» (6.350 euro consegnati alla «stazione centrale», a cui si aggiungono, con il cognome reale, anche 400 euro per «occhialini» e 5mila per «salesiani»). Fra gli altri nominativi appuntanti con la penna blu c’è «Lo Bello», che i magistrati hanno precisato essere un geometra collaboratore di Campione. Inoltre: «Mario», «Crisene», «Avv. Sartorio» (già chiarito, ndr) e «Rino Gibilio». Subito dopo il sequestro della borsa, con dentro anche 3.500 euro in contanti, Campione racconta ai poliziotti una prima versione concordata con la sua collaboratrice Margot Butticè: «Quei nomi sono tutti di muratori, carpentieri e collaboratori vari di cui al momento non so riferire meglio».

 

 

 

 

Ma già il giorno dopo (il 5 settembre alle 12,30) nel sottoscrivere il verbale di sequestro, arriva la prima confessione: «Sono tangenti… decine di migliaia di euro… personalmente e in contanti». E i muratori diventano tutt’altre persone. Ma già nello stesso pomeriggio, sentito per cinque ore e mezzo dal pm al commissariato di Sciacca alla presenza dei suoi difensori, Campione prova a fare marcia indietro: «Avevo bisogno di soldi, per motivi personali». E quindi avrebbe «gonfiato i costi (illeciti) nel rischio di doverne dare conto ai fratelli soci». Ma l’11 settembre «in un clima di più ampia apertura verso gli inquirenti», l’imprenditore agrigentino vuota il sacco. Confermando nomi e cifre, con l’aggiunta di molti altri particolari. Compreso il colloquio con Lo Bosco, nell’aprile 2013 nella sede dell’Ast, durante il quale il manager gli parla esplicitamente di soldi: «Vedi tu quello che mi puoi dare». Seguiranno versamenti per 58.650 euro.

 

 

Lo stesso imprenditore, dopo aver negato ogni tangente al presidente di Rfi (è «un ex compagno di classe a cui mi rivolgo per consigli, essendo una persona di altissimo profilo morale», un «vero amico») confesserà ciò che i pm conoscevano grazie ai pedinamenti. Il giorno dopo il sequestro della lista Campione, infatti, va a cercare Lo Bosco. Prima, senza trovarlo, nella casa di Palermo; poi, «dove ebbe effettivamente modo di raggiungerlo e contattarlo», nell’abitazione estiva di Trappeto. «Volevo avvertirlo dei rischi di un suo coinvolgimento giudiziario a seguito del rinvenimento dei compromettenti appunti», racconta al pm.

 

 

Descrivendo così l’incontro, durato un’ora: «Lui rimase in silenzio limitandosi a dirmi “fai quello che ritieni… ” e aggiungendo “ma tu mi hai dato soldi? ”, domanda alla quale ovviamente annuì». Quello di Lo Bosco è un nome grosso. Eppure gli arresti di ieri non chiudono il cerchio. Perché, annota il gip Contino, la vicenda «trae spunto da un più ampio contesto d’indagine» nel quale Campione «viene sottoposto a monitoraggio telefonico». Quindi l’imprenditore era già sotto i riflettori dei magistrati e in altre indagini emerge «la vicinanza e la confidenza» con «altri personaggi di alto profilo istituzionale specie in ambito aeroportuale, con scambi di notizie consigli apparentemente riferibili a lavori tecnici da compiersi in appalto dalle imprese del Campione». Infatti è «percepibile dai dialoghi» quella che il giudice definisce «apparente contiguità d’interessi» e «cura con la quale si programmano relazioni e incontri con terze persone». Interlocutori definiti «di altrettanto profilo pubblico».

 

 

Ed è proprio questa la vera e propria lista nera. Che non è scritta su alcun foglio. Ma si desumerebbe dalla rete di rapporti di Campione (di alcuni dei quali avrebbe già parlato), ma anche dal presunto ruolo di “collettore” che potrebbe rivestire il suo compagno di scuola Lo Bosco. Sui destinatari di quelle che in ambienti giudiziari qualcuno distingue ironicamente in «cose di terra» e «cose di cielo» è tutto un favoleggiare di nomi. Un tour di indiscrezioni – alcune fondate; altre molto meno – che porta dritto nei palazzi (romani e palermitani) delle istituzioni, della politica e dei grand commis.

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Pubblicato da:
Redazione
Tag: black list