«Rocco Chinnici ci ha insegnato come combattere la mafia. È quello che abbiamo fatto anche con l’arresto di Matteo Messina Denaro. Noi continueremo su questa strada. Confermiamo il 41 bis e tutta la legislazione che ci ha permesso di raggiungere risultati positivi. Nessuna marcia indietro. Lo dobbiamo alle nuove generazioni». Lo ha detto il vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani davanti alla lapide che ricorda la strage di mafia che 40 anni fa, il 29 luglio del 1983, costò la vita al giudice Rocco Chinnici, al maresciallo Mario Trapassi, all’appuntato Salvatore Bartolotta. Perse la vita anche Stefano Li Sacchi, portiere dello stabile in cui viveva Chinnici, in via Pipitone Federico, dove fu fatta esplodere un’auto imbottita di tritolo.
«Grazie a uomini come Rocco Chinnici l’Italia sta estirpando il cancro della mafia. L’arresto di Matteo Messina Denaro dimostra come a vincere siano stati i caduti per la legalità e non i loro assassini. Onoriamo la memoria di tutte le vittime della strage di Palermo #29luglio1983». Così ha commentato su Twitter Tajani.
Chinnici fu il padre del pool antimafia che coinvolse anche Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Alla commemorazione di stamani erano presenti i figli del giudice Giovanni e Caterina, europarlamentare del Ppe. Hanno partecipato alla cerimonia anche il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, il presidente della Regione Renato Schifani, il prefetto Maria Teresa Cucinotta, il questore Leopoldo Laricchia, il sindaco Roberto Lagalla, Maurizio De Lucia, procuratore capo, Lia Sava, procuratrice generale.
Il ministro, a margine della commemorazione, è poi intervenuto sui roghi che hanno devastato la Sicilia nei giorni scorsi. «Dietro agli incendi degli ultimi giorni ci sono il dolo e gli interessi economici. Noi dobbiamo contrastarli». «Alcune misure contro il dissesto idrogeologico sono inserite nel Pnrr – spiega Tajani – altrimenti si utilizzeranno altri fondi perché la tutela del nostro patrimonio idrogeologico è fondamentale. Abbiamo però visto che in alcune parti d’Italia ci sono state persone che hanno appiccato il fuoco. Sono stati molto duri i presidente delle regioni Sicilia e Calabria. C’è il crimine che distrugge il nostro verde».
Poi, sollecitato dai giornalisti, ha invocato una riforma delle tasse: «Noi andiamo avanti nell’aiutare i nostri concittadini con una politica economica che dovrà basarsi sulla riforma tributaria e su quella della burocrazia e del fisco. Paghiamo decine e decine di tributi che non servono a nulla: solo sedici tributi servono a dare il 97% delle entrate, tutti gli altri sono tributi inutili che andrebbero cancellati», ha detto Tajani. «Costa di più esigere quel tributo rispetto a quello che si incassa», ha osservato, auspicando «una riforma tributaria andrebbe a cancellare tante tasse inutili, che vessano gli italiani e fanno perdere tanti fondi alle imprese». «Serve una riforma tributaria, una riforma fiscale – spiega – per la crescita del Paese, puntando sull’industria e sull’agricoltura che sono di fatto lo strumento fondamentale per la nostra economia».
Il vicepremier si è poi recato nella sede del corpo forestale di Palermo, assieme al presidente della Regione siciliana Renato Schifani. «Vi ringrazio a nome del governo, avete rischiato la vita affrontando gli incendi. Eravamo in Consiglio dei ministri quando è arrivata la notizia del pilota di elicottero disperso e che poi si è salvato. Sappiamo quanto è difficile per voi, grazie a voi sono state salvate tante vite umane» ha detto agli uomini dell’antincendio, gli agenti forestale, della protezione civile i vigili del fuoco.