Un bilancio pesante con due morti e decine di ettari andati in fumo. Il day after in Sicilia è dedicato alla conta dei danni e alle polemiche legate agli incendi e ai sospetti che dietro i roghi – come dice chiaramente il presidente della Regione Renato Schifani – ci siano i clan.
«Dietro questi attacchi – ha detto il governatore nel corso di un evento politico a Messina – c’è una strategia precisa che forse va anche al di là della mafia. Spegniamo un incendio e mezz’ora dopo, a distanza di 500 metri, ne spunta un altro. È evidente che c’è una preparazione e il vento peggiora le cose. Anche se avessimo centinaia di squadre, non potrebbero farcela contro questa strategia delinquenziale. Occorre sicuramente una più forte e massiccia presenza dello Stato».
Ieri, intanto Schifani, insieme con il capo della Protezione civile regionale Salvo Cocina, ha effettuato un sopralluogo nel territorio dei Nebrodi e a Cefalù, le zone più colpite dagli incendi degli ultimi giorni. Il governatore ha anche incontrato gli abitanti delle aree più colpite, invitandoli a denunciare eventuali situazioni sospette legate all’azione dei piromani. Schifani ha anche espresso il suo cordoglio per la morte di Maria David, 42 anni, la donna che ha perso la vita nel tentativo di salvare dalle fiamme i propri cavalli. I funerali si svolgeranno in Cattedrale a Cefalù domani, giorno per il quale è stato proclamato il lutto cittadino. La funzione sarà presieduta dal vescovo Giuseppe Marciante. Il vescovo nei giorni scorsi ha duramente polemizzato con la Regione accusata di ritardi e omissioni. A Marciante aveva risposto lo stesso Schifani: «Il vescovo istiga alla sommossa popolare».
«Chiederò al governo nazionale -ha promesso il presidente Schifani – sempre molto attento alla nostra regione, uno sforzo in più sotto il profilo del controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine. Su questo mi confronterò con il ministro dell’Interno e con il premier. In situazioni simili il sistema Paese deve fare squadra, come ha dimostrato in altre occasioni. Da parte sua, la Regione continuerà a fare il massimo». Su quanto accaduto a Cefalù è polemico Ismaele La Vardera, presidente di Sud chiama Nord: «Schifani anziché fare le conferenze stampa a Palermo, venga qui a toccare con mano la tragedia. Venga in aula a riferire, non stia a Palermo a monitorare la situazione dalla sala operativa del corpo forestale, non ci serve un presidente che monitora da lontano, vogliamo un presidente che tocchi con mano il disastro e che faccia sentire la vicinanza della Regione».
Anche ieri giornata intensa, anche se non tragica come venerdì: 12 gli interventi dei canadair e degli elicotteri della flotta aerea dello Stato, coordinati dalla Protezione Civile, impegnati nelle operazioni di spegnimento dei numerosi incendi boschivi. Ma è polemica anche sulla tempestività degli interventi. «Ciao papi – ha detto Andreina Albano, la figlia di Salvatore, 68 anni, morto ieri dopo che era divampato un incendio tra Trappeto e Balestrate, nel Palermitano – sei stato lasciato solo. Non è stato un attacco di panico, sei morto per un’intossicazione da fumo. Nessuno è venuto ad aiutare te e gli zii a spegnere le fiamme, nessuno. Stavi combattendo contro quell’inferno». «Mio padre – ha poi aggiunto – ce l’ha messa tutta per salvare il suo terreno e la sua casa, le fiamme erano già entrate nel suo giardini bruciando gli ulivi e due casotti in legno, ma è stato lasciato solo. Nessuno ha risposto alle chiamate di aiuto, solo alle 18 è arrivato un elicottero a fermare una valle intera che bruciava. Un palo della luce è caduto e siamo quindi senza elettricità, ancora adesso. Servirebbero più controlli durante lo scirocco nelle aree con vegetazione, e servirebbero anche più vigili del fuoco».
A Partinico ha preso fuoco la sala di un ristorante e due strutture adiacenti adibite ad abitazione, incendio anche nella zona dell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese, a pochi metri dalla centrale elettrica Ettore Majorana, mentre per alcune ore è rimasta chiusa la A20 Palermo-Messina nel tratto tra Buonfornello e Castelbuono a causa della scarsa visibilità dovuta al fumo prodotto da alcuni roghi.