I magistrati della procura di Palermo che indagano sui fiancheggiatori di Messina Denaro (il procuratore Maurizio de Lucia, l’aggiunto Paolo Guido, i sostituti Gianluca De Leo e Piero Padova) hanno depositato la richiesta di giudizio immediato per Emanuele Bonafede e la moglie Lorena Ninfa Lanceri, la coppia che ospitò più volte a casa a Campobello di Mazara, a pranzo e a cena, il boss latitante Matteo Messina Denaro.
Per i magistrati le prove raccolte sono più che sufficienti per dimostrare l’accusa di favoreggiamento aggravato dall’aver agevolato Cosa nostra e procurata inosservanza della pena in un processo. La richiesta della Procura, come pubblica oggi il Giornale di Sicilia, è stata accolta dal giudice per le indagini preliminari, Antonella Consiglio. L’udienza per Bonafede e Lanceri è stata fissata il 10 luglio a Marsala.
A inchiodare i due imputati sono state le riprese di alcune telecamere all’esterno dell’abitazione della coppia in via Mare 89, a Campobello di Mazara. Emanuele Bonafede è il fratello di Andrea, il dipendente del Comune di Campobello di Mazara, arrestato con l’accusa di essere il «postino» di Matteo Messina Denaro: avrebbe recapitato le ricette mediche che servivano al boss per sottoporsi alle cure necessarie per il tumore di cui è affetto.
Oltre a preparare il cibo al capomafia ricercato, la coppia effettuava una stretta vigilanza sulla zona: i video della telecamere di sorveglianza di alcuni negozi hanno ripreso gli indagati mentre, dopo essersi accertati che per strada non ci fossero polizia o carabinieri, davano il via libera al loro ospite per farlo uscire indisturbato dalla abitazione.
Un rapporto di fedeltà assoluta legava la coppia al boss che ricambiava con regali di valore: al figlio dei Bonafede, nel 2017, il capomafia fece da padrino della cresima e donò un Rolex da 6300 euro. La spesa fu poi puntualmente annotata da Messina Denaro in un pizzino. Emanuele Bonafede è nipote dello storico capomafia di Campobello di Mazara, Leonardo e cugino di Andrea, il geometra che ha prestato l’identità al padrino di Castelvetrano. Ma molto legata a Messina Denaro era anche la moglie Lorena.
Dalle indagini emerge chiaramente che i due avevano una relazione. Gli inquirenti hanno trovato una lettera firmata Diletta, secondo i pm nome in codice di Lanceri, in cui la donna, che sarebbe stata vicina al boss durante tutta la malattia, dichiarava a Messina Denaro il suo amore. E a incastrare i Bonafede è anche una foto inviata dall’ex primula rossa di Castelvetrano a delle amiche conosciute durante la chemioterapia. Nell’immagine si vede il boss con un sigaro in una mano e nell’altra un bicchiere di cognac, seduto sul divano dell’abitazione dei due.