la polemica
Stromboli, disastro annunciato
L'ira del sindaco e dei cittadini: "L'incendio causato dalle riprese della fiction hanno distrutto la vegetazione, le piogge hanno trascinato a valle cenere, terra, massi"
Disastro annunciato. Sì certo, e che altro. Sarà banale, sarà retorica, ma non c’è altro modo per dire in due parole quello che Stromboli, isola dei sogni, isola del cuore, ha dovuto subire. Ancora una volta. Sì, un disastro. Fango, pietre, acqua dappertutto. Case, strade, negozi, ristoranti, mezzi pubblici sono stati violentati. Spazzati via. Le persone sono state violentate. Gli strombolani in modo particolare che vedono la stagione turistica se non finita gravemente compromessa. Disastro naturale quindi? Assolutamente no. Disastro causato dall’uomo, dagli uomini. Di quegli uomini che nello scorso mese di maggio hanno causato per stupidità, assoluta, un incendio che ha letteralmente distrutto tutta, ma proprio tutta, la vegetazione, riducendo in cenere tutte le barriere naturali che impediscono movimenti di terra, fango e in questo caso anche cenere, di arrivare sino alle case del piccolo centro abitato. Che vergogna. E pensate un po’, la produzione della fiction “Protezione civile” aveva già fatto sapere che nel mese di ottobre sarebbero tornati sull’isola per ultimare le riprese che erano state interrotte per le fiamme. Fiamme che non hanno ancora un colpevole. La Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, competente per territorio, che ha aperto un’inchiesta se l’è presa comoda. Con i tempi della giustizia italiana insomma. E anche qui parola d’ordine: che vergogna. O forse stanno cercando di insabbiare tutto? Che nessuno ci pensi nemmeno.
Rabbia? Sì, tanta. Basta guardarsi e vedere ancora una volta l’isola violentata dalla stupidità dell’uomo. L’uomo che, più volte lo abbiamo detto, riesce a provocare disastri che il vulcano ha mai provocato. Sì, vergogna. E ancora una volta, per puro caso non ci sono vittime. Molti i ragazzi che si sono svegliati per un senso di soffocamento: avevano il fango al collo e sono scappati sui tetti o al piano superiore. Ce lo racconta Massimiliano Caracciolo, che da oltre dieci anni fa le sue vacanze sull’isola. Ha una casa nella frazione di Piscità. «Sono stato svegliato dal forte temporale e mi sono alzato per chiudere tutte le finestre che erano aperte. Dopo un po’ ho sentito bussare violentemente alla porta. Sono andato ad aprire, erano i ragazzi del piano di sotto che cercavano rifugio. Le loro stanze erano piene di fango». Una delle tante storie della notte da incubo a Stromboli. «Ogni incendio – ci ha detto il sindaco Riccardo Gullo – è un disastro che ne annuncia un altro, spesso più grosso».
Ed ecco che torna il tema del disastro annunciato: quante volte dopo l’incendio vi abbiamo predetto quello che purtroppo si è verificato. Alle prime forti piogge sarebbe stato un disastro. E così è stato. Si doveva fare qualcosa prima? Si poteva fare qualcosa prima? L’unica cosa certa è che non è stato fatto niente. Sentite Zazà, guida turistica. «Avrebbero quanto meno potuto pulire i torrenti. Non lo hanno fatto. Quelli della Forestale sono venuti il 27 luglio scorso e hanno chiuso la strada di accesso al vulcano perché pericolosa in caso di pioggia. In pratica hanno tolto la pagliuzza dall’occhio lasciando però la trave. Ci vorranno almeno dieci giorni per pulire tutto». Vito Russo imprenditore è sconvolto: «Bisogna pensare subito a pulire il paese. Sono arrivati i vigili del fuoco, ma non bastano ce ne vogliono altri e soprattutto coordinare interventi umanitari, tanta gente è costretta fuori casa». Anche il sindaco si è detto preoccupato: «Stiamo cercando di recepire posti letto disponibili per aiutare chi è fuori casa». E sono tanti. Il dirigente regionale del dipartimento dei Vigili del Fuoco Aquilino sembra voler sminuire quanto accaduto e le prime parole che ci dice sono queste: «Un caso di micro emergenza». Perché micro? Forse perché siamo in un posto piccolo? Lo vada a dire agli abitanti di Stromboli che si tratta di micro emergenza. «Arriveranno mini escavatori, volontari e squadre aggiuntive. Dobbiamo pulire le case e ristabilire la viabilità». Ma non è più il momento delle parole. Stromboli è stanca delle parole. Ieri in elicottero è arrivato anche Cocina capo della Protezione civile. Non siamo riusciti a parlarci. Avremmo voluto ricordargli la breve chiacchierata quando venne in occasione del mega incendio che distrusse l’isola. Gli dissi: adesso qui temono che alle prime piogge fango e cenere cadranno sull’isola. E lui: eventualità che mi sento di escludere per la tipologia del terreno. Magari non ricorderà. Ma l’impressione è che tutti abbiano aspettato gli eventi. Senza fare nulla.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA