STROMBOLI – «Continua l’attività eruttiva nello Stromboli con colate laviche incandescenti che scendono lungo la sciara del fuoco. La situazione, rispetto a ieri sera quando è stata registrata una sequenza esplosiva dall’area centro-meridionale, non è mutata». E’ questo il bollettino fornito stamattina dalla sala operativa dell’Ingv.
Dopo le esplosioni di ieri notte, sui tetti e sulle strade di Ginostra – la minuscola frazione raggiungibile solo via mare – si è depositata una fitta coltre di cenere, sabbia e altro materiale piroplastico.
Secondo alcune testimonianze l’attività parossistica sarebbe di intensità leggermente inferiore a quella registrata mercoledì poco dopo mezzogiorno, ma il ripetersi di questi fenomeni sta cominciando a destare preoccupazione anche tra chi è abituato a convivere con «Iddu», come viene chiamato il vulcano dagli abitanti dell’isola.
L’Osservatorio etneo dell’Istituto di geofisica e vulcanologia (Ingv) sta monitorando l’evolversi della situazione del vulcano, attraverso la propria rete di controllo installata sull’isola.
Anche questi ultimi eventi, secondo gli esperti, sarebbero da collegare alla forte esplosione che il 3 luglio scorso provocò la morte di un escursionista, Massimo Imbesi, 35 anni di Milazzo, che era insieme a un amico riuscito miracolosamente a scampare alla pioggia di pietrisco, lapilli e altro materiale lavico.