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Strage in Sicilia, l’ira di Musumeci: «Altre teste dovranno cadere…»

Di Giuseppe Bianca |

PALERMO – Il dolore e le macerie. L’inerzia, l’imprevedibilità del corso delle cose, ma anche la negligenza. Nel giorno delle 12 vittime del maltempo siciliano ogni cosa torna meccanicamente al suo posto, lasciando l’impietosa certezza di un bollettino di morte che si poteva evitare. Il capo dell’esecutivo regionale si è presentato ieri ai giornalisti, dopo una pausa della riunione di giunta che ha dovuto affrontare il dettaglio delle cose da fare. Il governo Musumeci sta predisponendo interventi su un’ottantina di fiumi, oltre a quelli già deliberati in precedenza che riguardavano altri ventisei corsi d’acqua. Ventotto sono i progetti del Genio civile, una decina quelli in corso di redazione preparati dalla struttura del dissesto idrogeologico, il cui commissario è l’ex assessore regionale Maurizio Croce. All’interno degli ottanta interventi messi in cantiere, almeno 15 – ha spiegato lo stesso Nello Musumeci – avranno il carattere della somma urgenza «compreso il fiume Gornalunga, nella Piana di Catania, che è il maggiore affluente del fiume Simeto e lambisce il sedime di Sigonella».

Il mancato intervento proprio in queste zone aveva portato alle dimissioni del direttore del Genio civile di Catania, dopo l’indagine interna avviata da Palazzo d’Orleans: «Qualche altra testa potrebbe saltare», ha commentato lo stesso presidente della Regione che ha comunicato l’avvio di accertamenti su eventuali o possibili omissioni: «Il Milicia per esempio era tra gli interventi previsti per il 2015 da parte dell’assessorato dell’Ambiente, ma si era solo redatto l’elenco senza dare copertura finanziaria sufficiente». Per effetto di questa premessa l’intervenuto in questione era rimasto solo sulla carta, come ha precisato Musumeci, non senza disappunto: «Ho visto sul fiume Milicia che almeno 4 o 5 villette sono a ridosso della foce del fiume, non possiamo più consentire tutto questo».

E il governatore aggiunge che invierà ai sindaci della Sicilia una nota in cui verranno diffidati a consentire l’uso anche temporaneo, anche per le villeggiature, di edifici collocati nei pressi degli alvei, dei corsi di acqua, anche asciutti e delle coste. La gabbia della burocrazia, come più volte Musumeci l’ha definita, mai come in questo caso, diventa un ambito operativo da rendere fluido. La Regione aveva già presentato un prima richiesta di stato di emergenza a Roma, tre settimane fa, che dovrebbe essere integrata alla luce delle nuove calamità. La dichiarazione dello stato di calamità da parte della Sicilia si sommerà dunque alla rinnovata richiesta di stato di emergenza, come ha precisato Musumeci: «integreremo al perimetro già a suo tempo individuato le aree che sono state colpite nelle ultime giornate, ma quello che ci preoccupa è l’intervento anche a favore dei privati con decine di migliaia di ettari di coltivazioni intensive che sono fuori uso. Migliaia di imprenditori agricoli non potranno neppure coprire le spese». Durissima la conclusione: «Denuncerò per crimine contro l’umanità chi parla ancora di sanatoria. Basta abbiamo il dovere di fare tutti la nostra parte».

Intanto i deputati regionali del M5S Azzurra Cancelleri, Vita Martinciglio, Filippo Perconti, Michele Sodano, Rosalba Cimino e Rino Marinello assieme ai deputati regionali Giovanni Di Caro e Matteo Mangiacavallo, hanno promesso il massimo impegno per fronteggiare l’emergenza: «Il premier Conte – hanno ricordato i 5 Stelle – ha annunciato che al più presto sarà convocato un Cdm per deliberare lo stato d’emergenza». In visita nell’Agrigentino per una serie di sopralluoghi, anche l’europarlamentare del M5S Ignazio Corrao, che ha fatto riferimento alla possibilità dell’attivazione del Fondo Europeo di Solidarietà.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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