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L'ANNIVERSARIO

Strage di via D’Amelio, le istituzioni ricordano il sacrificio di Borsellino e della scorta: «Il loro esempio è un faro»

Di Redazione |

Le istituzioni, italiane ed europee, ricordano l’assassinio del giudice Paolo Borsellino e dei cinque agenti della sua scorta, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Uccisi dalla mafia il 19 luglio 1992, in via D’Amelio, 57 giorni dopo la strage di Capaci.

Nella giornata dell’anniversario, il ricordo commosso di molti. Dal presidente del Senato Ignazio La Russa al sindaco di Palermo Roberto Lagalla, passando per la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola e il ministro della Protezione civile ed ex presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.

Il presidente del Senato

«Oggi, 19 luglio, con le nostre emozioni e la nostra memoria, siamo tutti in via D’Amelio. Ricorre il trentaduesimo anniversario della scomparsa di Paolo Borsellino, un valoroso italiano che ha affrontato con fermezza la criminalità organizzata, dedicando la sua vita al servizio della collettività. Il suo esempio è presente in ognuno di noi e continua a essere un faro per chi crede nella giustizia e nella legalità. Quel tragico 19 luglio 1992, insieme a Borsellino, persero la vita gli agenti della scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Rivolgiamo un commosso pensiero a loro e a tutti coloro che, ispirati dal loro sacrificio, servono la Nazione con dedizione, difendendo i valori fondamentali di libertà e sicurezza. L’eredità di Paolo Borsellino è un bene prezioso che abbiamo il dovere di onorare e tramandare».

Lo scrive il presidente del Senato Ignazio La Russa, a 32 anni dalla strage di Via D’Amelio.

Il presidente della Camera

«A 32 anni di distanza le immagini, la memoria, le testimonianze della strage di via D’Amelio continuano a scuotere le coscienze. Sempre ricorderemo, con gratitudine, il merito storico di Paolo Borsellino, magistrato che, con Giovanni Falcone, ha onorato il Paese col proprio coraggio e con la ferrea determinazione nella lotta alla mafia, fino all’estremo sacrificio. In questo giorno rinnovo la mia vicinanza alle loro famiglie, ricordando anche gli agenti della scorta – Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina – che morirono nel servizio alle istituzioni. Borsellino e Falcone hanno dimostrato che la criminalità organizzata non è invincibile e hanno creato nuovi metodi investigativi per perseguirla, lasciando un’eredità indelebile. Il loro esempio è un faro per il presente e per il futuro». Lo dice il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana, nel 32esimo anniversario della strage di via Mariano D’Amelio a Palermo.

La presidente dell’Europarlamento

«A 32 anni dalla Strage di Via d’Amelio, il Parlamento Europeo rende omaggio al giudice Paolo Borsellino e a tutte le vittime di mafia. Continueremo senza remore la battaglia contro ogni forma di criminalità organizzata. E vinceremo». Lo scrive, in italiano, su X la presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola.

Il ministro della Protezione civile

«”Potrei anche morire da un momento all’altro, ma morirò sereno pensando che resteranno giovani come voi a difendere le idee in cui credono: ecco, in quel caso non sarò morto invano”. (Paolo Borsellino, Siracusa 1990 – Festa Nazionale del Fronte della Gioventù) Un testamento per tutti i giovani, senza distinzioni, perché la lotta alla mafia non deve conoscere divisioni di parte». Lo scrive su Facebook il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci.

La ministra delle Disabilità

«ll 19 luglio 1992 il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, persero la vita nell’attentato terroristico di via d’Amelio. Cosa nostra fece esplodere una auto bomba il giorno in cui il Giudice Borsellino aveva deciso di far visita alla madre. Una strage mafiosa sanguinaria e che ha segnato per sempre la storia del nostro Paese. La lotta contro le mafie, per la legalità e per costruire un futuro migliore per le generazioni a venire è un punto fondamentale nell’impegno quotidiano dello Stato e delle Forze dell’ordine ma deve essere anche l’espressione più alta di una battaglia condivisa da tutti, a partire dai cittadini più giovani, e nelle scuole». Lo scrive sui social la ministra della disabilità Alessandra Locatelli per il 32esimo anniversario della strage di Via d’Amelio.

La ministra del Turismo

«Abbiamo l’obbligo di tenere sempre viva la memoria di Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta: sono loro i veri eroi che ogni giorno devono ispirare le nostre azioni e l’educazione di generazioni presenti e future». Così la ministra del Turismo Daniela Santanchè, nel giorno del 32esimo anniversario della strage di via D’Amelio.

Il sindaco di Palermo

«A 32 anni dalla terribile strage di via D’Amelio, Palermo ricorda il sacrificio del giudice Paolo Borsellino e dei cinque agenti della scorta, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Un attentato che ha sconvolto Palermo e l’intero Paese e che ha rappresentato l’apice della sfida della mafia alle Istituzioni. Da quel giorno, è partita una forte e convinta risposta dello Stato e dei cittadini e quel sacrificio, così come quello del giudice Giovanni Falcone, ucciso 57 giorni prima, si è trasformato in simbolo di affermazione della legalità. Capi e assassini di cosa nostra sono stati arrestati ma, come ha ricordato oggi anche il Capo dello Stato Mattarella, la ricerca della piena verità su circostanze e mandanti dell’attentato è ostacolata da depistaggi. Qui il mio pensiero va ai figli del giudice Borsellino, che proseguono la loro battaglia per fare luce sulla morte del padre, e ai familiari delle vittime di via D’Amelio. È a loro e alla società civile che si deve una completa e veritiera ricostruzione dei fatti».

Così il sindaco di Palermo Roberto Lagalla nel 32esimo anniversario della strage di via D’Amelio.

Il viceministro della Giustizia

«Trentadue anni fa, a via D’Amelio, a Palermo, un vile attentato mafioso strappava la vita a Paolo Borsellino e agli agenti della sua scorta. La sua figura non è soltanto un punto cardinale nella nostra memoria etica, ma costituisce un monito quotidiano per rafforzare l’impegno comune per la lotta alla criminalità organizzata, impegno che così deve essere capillare e continuo. Alle mafie che tentano di dirottare la società verso l’illiceità strutturale, dobbiamo continuare a rispondere con l’ossessione per la cultura della legalità, diffondendo senza soste il messaggio alle generazioni più giovani. Molto cammino c’è ancora da fare, ma il ricordo di tutte le vittime delle mafie ci dà la forza ed il coraggio necessari».

Lo dichiara il vice ministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto a 32 anni dalla strage di Via d’Amelio.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA