«È la sola Amap Spa, in base ai propri documenti per la sicurezza, ad aver predisposto, ma non ha seguito, idonee procedure specifiche di lavoro . Per quanto riguarda le società Tek Infrastrutture Srl e Quadrifoglio Group Srl, queste non hanno predisposto e tantomeno seguito procedure specifiche di lavoro in ambienti a sospetto inquinamento, malgrado il Dvr, documento di valutazione dei rischi, della Tek Infrastrutture ed il Pos (piano operativo di sicurezza) della Quadrifoglio Group prevedano tale attività di lavoro e le conseguenti misure di sicurezza da adottare». Lo scrivono i consulenti tecnici nominati dalla Procura di Termini Imerese, che indaga sulla morte dei 5 operai che, a maggio scorso, persero la vita, mentre lavoravano alla rete fognaria di Casteldaccia. Le vittime dell’incidente sul lavoro, probabilmente provocato dall’inalazione del gas prodotto dalla fermentazione dei liquami, furono quattro dipendenti della Quadrifoglio Group, la società che aveva avuto in subappalto i lavori dalla Tek, che a sua volta si era aggiudicata la manutenzione della rete fognaria dall’Amap, municipalizzata di Palermo. La quinta vittima era un interinale Amap. Nel registro degli indagati per omicidio colposo plurimo e lesioni gravissime sono finiti Nicolò Di Salvo, titolare della Quadrifoglio, il direttore dei lavori del cantiere, il tecnico di Amap Gateano Rotolo, e il dirigente della Tek Giovanni Anselmo.
«La Tek Infrastrutture Srl e la Quadrifoglio Group Srl – proseguono gli esperti della Procura – formano i loro operatori per l’attività di lavoro a rischio alto con corsi 12 ore, ma i Ctu non hanno riscontri sul fatto che gli operatori delle due società siano stati informati, formati ed addestrati sui rischi lavorativi legati ad ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento (come era quello della rete di Casteldaccia ndr) e non hanno riscontri per la formazione degli operatori all’uso/impiego dei dispositivi di protezione di terza categoria per le vie respiratorie».