Un semplice sms per comunicare lo stop al reddito di cittadinanza per i beneficiari di età compresa tra i 18 e i 59 anni che non hanno “a carico” persone disabili o minori. Se ne riparlerà in autunno con le nuove forme di assistenza. Ma intanto tra coloro che hanno beneficiato del sussidio c’è scoramento e allarme.
Il reddito di cittadinanza in Sicilia continua infatti a essere largamente richiesto. Secondo gli ultimi dati diffusi da Inps per il periodo da gennaio a novembre 2022, sono stati 283.061 i nuclei familiari residenti nell’Isola (e dunque oltre 680 mila persone) a percepirne almeno una mensilità. Significa che un siciliano su 7 beneficia del sussidio. A questi vanno aggiunti 21.851 nuclei (25.495 individui) che percepiscono la Pensione di Cittadinanza. Significa oltre 300 mila famiglie e 700 mila persone. La media dell’assegno ottenuto dalle famiglie siciliane è di 597,19 euro mensili.
Un beneficio dunque molto diffuso il cui stop sta allarmando i titolari della tessera ma anche gli amministratori.
«I sindaci sono pronti a fare la propria parte a condizione che si individui un percorso immediato per dare risposte chiare ai cittadini. Per questo motivo chiediamo un confronto col Governo per condividere una strategia alternativa che dia strumenti concreti ai primi cittadini per evitare che si ritrovino a mani nude in prima linea» hanno detto Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale dell’Anci Sicilia.
«Siamo seriamente preoccupati – hanno aggiunto – poiché la notizia dell’Sms che annuncia lo stop al reddito di cittadinanza a partire da luglio per 169 mila famiglie italiane sta già creando una situazione di apprensione che si sta riversando sui sindaci. Si tenga conto che il maggior numero dei percettori del reddito di cittadinanza si trova nel Meridione in particolare in Sicilia e questa decisione presa dal governo nazionale sta piombando sui comuni dell’Isola senza un’indicazione precisa su quale possano essere le misure alternative di sostegno. Fermo restando che va contrastato l’abuso dello strumento – conclude Amenta – rimane il fatto che molti cittadini sono disorientati e l’idea che molte famiglie perderanno un importante sostegno economico porterà nell’immediato a una richiesta di aiuto ai Comuni. I sindaci non hanno alcuna intenzione di tirarsi indietro rispetto a questa sfida ma vi è bisogno di risposte urgenti anche per scongiurare tensioni sociali».
Il reddito insomma “tampona” le esigenze di una larga fetta di popolazione altrimenti condannata all’indigenza. Nella sola Palermo le famiglie che hanno il rdc sono 69.893 famiglie (con 173.689 persone coinvolte) A Catania ci sono 55.831 nuclei familiari e 128.973 persone, poi Messina (23.539 famiglie e 49.350 persone), Trapani (18.292 e 40.722), Siracusa (18.169 e 39.986), Agrigento (16.703 e 37.237 individui), Caltanissetta (10.547 con 23.111 persone), Ragusa (8.545 con 18.954) ed Enna (5.850 nuclei percettori e 11.684 persone).