Spazzacorrotti non è retroattiva, tornano il libertà Maesano e Barbagallo

Di Redazione / 22 Marzo 2019

CATANIA – «La sentenza è diventata esecutiva prima dell’entrata in vigore» della legge “Spazzacorrotti”, e l’ordine di esecuzione doveva «essere sospeso dando avviso al condannato che entro 30 giorni della notifica avrebbe potuto presentare un’istanza per ottenere una misura alternativa alla detenzione». Lo afferma la Corte d’appello di Catania che, con due distinti provvedimenti, ha sospeso, per un mese, le due ordinanze in carcere emesse dalla Procura generale nei confronti dell’ex sindaco di Aci Catena, Ascenzio Maesano, e dell’ex assessore comunale e presidente della commissione Finanza, Orazio Barbagallo. I due tra il 7 e l’8 febbraio scorsi si sono costituiti dopo che era diventata esecutiva la condanna, emessa il 21 giugno del 2018 dalla Corte d’appello di Catania a due anni, 11 mesi e 28 giorni di reclusione per corruzione. La pena era stata concordata tra la Procura generale e le difese.

La Procura generale aveva emesso il provvedimento restrittivo in applicazione della “spazzacorrotti” che dispone l’espiazione obbligatoria delle condanne per corruzione. Contro questa decisione hanno presentato ricorso i legali di Maesano, gli avvocati Enzo Mellia e Giuseppe Marletta, e di Barbagallo, i penalisti Orazio Consolo e Giuseppe Di Mauro.

Maesano e Barbagallo, che hanno già scontato un anno di reclusione trascorso in carcere durante le prime fasi dell’inchiesta, furono fermati, insieme con l’imprenditore Giovanni Cerami, gestore di fatto della Halley Consulting il 10 ottobre del 2016 dalla Dia di Catania per un presunto pagamento di tangenti che l’imprenditore, secondo l’accusa, avrebbe consegnato al consigliere comunale, che l’avrebbe poi divisa con il sindaco.

Le indagini si sono avvalse anche di intercettazioni. Per l’accusa gli imputati avrebbero affidato alla società Halley consulting il servizio di assistenza e manutenzione dei sistemi software e hardware del Comune di Aci Catena per oltre dieci anni mediante il ricorso dell’illegittimo istituto del rinnovo del contratto, e in violazione del divieto di frammentazione dell’appalto. E’ inoltre contestata l’aggiudicazione alla Halley consulting del progetto esecutivo Home Care finanziato dall’Unione europea. 

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