ENNA – Una vasta operazione antidroga è in corso tra Barrafranca e Piazza Armerina, nell’Ennese, da parte della Polizia di Stato, che sta eseguendo una ventina di misure cautelari per spaccio di stupefacenti emesse dal Gip su richiesta della Procura della Repubblica di Enna.
Oltre 150 le persone impiegate con la partecipazione del Reparto volo, di unità cinofile per la ricerca di armi e droga, del reparto Prevenzione crimine e della Polizia scientifica della questura di Enna.
Nel mirino dell’operazione, denominata Fire, diverse reti di spaccio di stupefacenti che operavano nel territorio.
Dalle indagini della Squadra Mobile è emerso che un cliente degli spacciatori sarebbe stato sequestrato perchè non pagava il suo debito, ad un altro hanno dato fuoco all’auto ed alla porta d’ingresso della sua abitazione.
Nell’operazione antidroga sono stati portati in carcere:
Salvatore Bonfirraro, detto «U Cianu», di Barrafranca, 27 anni,
Rosario Centonze, 49 anni piazzese,
Salvatore Centonze, 33 anni di Piazza Armerina,
Alessandro Romano, piazzese, 27 anni,
Salvatore Giuseppe Ziccone, piazzese, 43 anni, pluripregiudicato.
Arresti domiciliari, invece, per Gaetano Pisano, alias «U Tano Terremoto», di Enna, 40 anni, Alex D’Alù, di Caltanissetta, 26 anni, Maurizio D’Alù, nato a Pavia, 51 anni, Michele Di Dio, di Caltanissetta, 38 anni, Massimo DI Mattia, alias «U Picciddu» nato in Germania, 20 anni, Danilo Alessandro Giuseppe Mancuso, di Caltanissetta, 33 anni, Aleandro Tambè, di Caltanissetta, 22 anni, Luigino Tambè, alias «Mezzo Metro», nisseno, 45 anni. Obbligo di dimora nel comune di residenza per altre 9 persone mentre un indagato è ancora irreperibile.
Sono quindi 22 in totale le misure cautelari eseguitea. Disposta la custodia cautelare in carcere per 13 indagati, mentre per altri 9 è stato disposto l’obbligo di dimora nei Comuni di residenza. Gli arrestati sono volti noti nel mondo dello spaccio degli stupefacenti, con precedenti specifici per traffico e spaccio di droga.
L’indagine, coordinata dalla Procura di Enna, è nata lo scorso novembre dopo l’incendio di una vettura data alle fiamme a Piazza Armerina. Per gli inquirenti si sarebbe trattato di un avvertimento, maturato negli ambienti dello spaccio di droga, pista poi confermata dalle intercettazioni telefoniche. La vittima dell’attentato incendiario non aveva pagato diverse forniture, dopo le numerose minacce, la rete di spacciatori aveva deciso di dare un «avvertimento».
Dalle indagini è emerso anche che un altro debitore, per alcune partite di droga non pagate, era stato sequestrato, picchiato e rapinato, con l’intento di dare un segnale forte a quanti non avevano ancora pagato le forniture di stupefacenti. Nel corso dell’operazione, scattata dopo mesi di appostamenti, intercettazioni, riprese video, sono state accertate tante cessioni di stupefacenti ad una vasta «clientela» della quale fanno parte anche molti minorenni.
Gli spacciatori si rifornivano abitualmente a Catania e Palermo e, in diverse occasioni ricevevano le fornitura a casa, pagando un sovrapprezzo, ma evitando il rischio di essere intercettati con la droga durante l’acquisto o il trasporto. Le centrali di spaccio più redditizie erano le case popolari di Barrafranca e il centro storico di Piazza Armerina. Tra gli indagati ci sono anche un catanese ed un palermitano, ritenuti canali di approvvigionamento della rete di spacciatori. Durante l’operazione sono stati sequestrati cocaina, hashish, marjuana, armi e banconote false.