C’è una rivelazione di notizie riservate al centro delle nuove accuse che la Procura di Perugia rivolge all’ex pm di Roma Luca Palamara. Secondo i pm guidati da Raffaele Cantone, Palamara avrebbe riferito all’imprenditore Fabrizio Centofanti, suo coimputato davanti al gup del capoluogo umbro, notizie segrete sull’inchiesta che la Procura di Messina stava svolgendo sul cosiddetto «Sistema Siracusa».
A informare l’ex magistrato ed ex presidente dell’Anm dell’indagine messinese sarebbe stato Vincenzo Barbaro, all’epoca procuratore facente funzioni a Messina, ora procuratore generale della Città dello Stretto. A raccontare il particolare ai magistrati perugini sarebbe l’avvocato Piero Amara, che fu poi arrestato, insieme a Centofanti, proprio nell’ambito dell’inchiesta sul «Sistema Siracusa».
Amara, che ha fatto alcune ammissioni ai pm, ha raccontato di aver saputo che Barbaro riferiva a Palamara particolari sull’indagine messinese e che Palamara, poi, informava Centofanti. L’inchiesta sul sistema Siracusa accertò diversi episodi di corruzione con al centro, oltre a Centofanti e Amara, l’ex pm siracusano Giancarlo Longo. Nelle chat di Palamara, al vaglio della procura di Perugia, risulterebbero diversi contatti con il procuratore generale di Messina. Barbaro allo stato non è indagato.
«La rivelazione di notizie è palesemente insussistente, come potrà essere comprovato nelle competenti sedi con inoppugnabile produzione documentale, oltre che con la deposizione di tutti i soggetti che a vario titolo si sono occupati del processo. Per tale ragione preannuncio sin da ora adeguate iniziative giudiziarie nei confronti dei responsabili» ha detto il procuratore generale di Messina, Vincenzo Barbaro, chiedendo la «pubblicazione integrale di precisazioni» sulle «notizie di stampa diffuse nella serata odierna e concernenti una presunta rivelazione di notizie segrete in favore del dott. Palamara e relative al processo “sistema Siracusa”. «Non posso tuttavia esimermi dal rilevare due strane coincidenze temporali – prosegue la nota del magistrato – il sottoscritto, nella qualità di procuratore generale di Messina, ha proposto ricorso per cassazione avverso la sentenza di patteggiamento riguardante il coimputato dell’avv. Amara, e cioè l’avv. Calafiore, per inadeguatezza della pena; e proprio domani inizierà a Reggio Calabria un delicato processo in cui lo scrivente è parte offesa di plurimi reati di diffamazione».