Cronaca
“Sistema Montante”, nuove carte sequestrate dalla polizia a Palermo
PUBBLICATO NELL’EDIZIONE DI OGGI A PAGINA 8
CATANIA – Mentre a Caltanissetta il pool di magistrati della Dda in prima linea nelle indagini sul “sistema Montante” era impegnato in una lunghissima riunione operativa, a Palermo gli agenti della squadra mobile nissena entravano nelle sedi dell’assessorato regionale alle Attività produttive e di Unioncamere Sicilia per un doppio sequestro di atti.
Se uno più uno fa due, ieri è stato un giorno importante per la seconda tranche dell’inchiesta sulla corruzione, che secondo i pm vede sempre Antonello Montante come deus ex machina. Dopo la notifica delle 23 richieste di rinvio a giudizio per il filone sullo “spionaggio” (udienza preliminare fissata per il prossimo 19 ottobre alle 9 nell’aula “Loforti” del tribunale di Caltanissetta davanti al gup David Salvucci; due sole parti offese citate dai pm: il Ministero dell’Interno e Alfonso Cicero), entra nel vivo la “fase 2”. Quella che vede indagati, oltre a Montante, anche l’ex governatore Rosario Crocetta e due suoi ex assessori (Linda Vancheri e Mariella Lo Bello), l’ex commissario dell’Irsap Mariagrazia Brandara, ma anche il presidente autosospeso di Sicindustria, Giuseppe Catanzaro, con gli imprenditori Carmelo Turco, Rosario Amarù e Totò Navarra. Tutti iscritti nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, all’abuso d’ufficio e al finanziamento illecito dei partiti. La tesi della Procura è che in questo caso il “sistema Montante” abbia condizionato le scelte politiche e istituzionali della Regione: nomine e appalti in cambio di un finanziamento di un milione di euro alla campagna elettorale di Crocetta, che s’è detto estraneo alle accuse: «Mai preso un euro».
In questo filone ieri sono scattate le perquisizioni e il sequestro di diversi faldoni in due palazzi palermitani. Uno è la sede dell’assessorato regionale alle Attività produttive di via degli Emiri, dove ieri i dipendenti – sarà una pura casualità – avevano avvistato un’indagata nei corridoi. Da indiscrezioni, non confermate da fonti investigative, pare che l’attenzione dei poliziotti si sia concentrata su alcuni documenti che riguardano proprio l’Irsap (rendicontazioni di spese degli ex vertici), ma soprattutto la partecipazione della Regione all’Expo di Milano 2015: finanziamenti alle aziende e contratti di consulenze. Particolare attenzione, da quanto si apprende, alla lista dei selezionati per il progetto “Your gate to Sicilian Excellence”. Anche nel palazzo che in via Emerico Amari a Palermo ospita Unioncamere Sicilia (di cui Montante è stato presidente) le carte sequestrate riguardano soprattutto convenzioni, spese e consulenze sull’Expo.
Agli atti, in quest’ambito, i decreti di perquisizione e sequestro relativi a un garage nella disponibilità di Crocetta a Gela, agli appartamenti di due suoi collaboratori, Giuseppe Comandatore e Loredana Lauretta (non indagati), ma anche alla sede della Turco Costruzioni di Gela e in casa e nello studio dell’avvocato catanese Antonio Fiumefreddo (non coinvolto nell’inchiesta).
Twitter: @MarioBarresi
Aggiornamento
Da Alfonso Cicero, ex presidente Irsap indicato fra le parti offese nel procedimento, riceviamo la seguente nota:
«Oggi la Questura di Caltanissetta mi ha notificato la richiesta di rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta “Double face”, nella qualità di persona offesa. Ho già conferito mandato al mio legale di fiducia, l’avv. Annalisa Petitto, del foro di Caltanissetta, per costituirmi parte civile all’udienza preliminare fissata davanti il GUP il 19 ottobre».
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