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Siracusa, con 12 inchieste e 70 indagati

Siracusa, con 12 inchieste e settanta indagati è il municipio più “inquisito” d’Italia

Appalti, scandali e veleni - Asili nido, bufera sul Comune

Di Redazione |

SIRACUSA – L’ultima scena vede un’Alcesti euripidea, Simona Princiotta, che ascolta (e, come fa spesso, registra) la telefonata di Roberto Di Mauro. Il consigliere di Forza Italia racconta alla collega “pasionaria” del Pd «quella storia degli asili nido». Ovvero: la gara aggiudicata al Conorzio Solco, con «tutto quello che hanno fatto» l’assessore Alfredo Foti e l’ex capo di gabinetto del sindaco, Giovanni Cafeo. Una gara «pilotata», secondo la Procura di Siracusa, con l’ipotesi di tangenti e posti di lavoro agli amici degli amici. E poi, sullo sfondo, «la questione dei voucher» che promette altri sviluppi interessanti. Qualche maligno annota anche la tempistica della cacciata dalla giunta di un “fotiano pentito”, l’ex assessore ai Servizi sociali Liddo Schiavo, proprio alla vigilia del bando oggi finito nella bufera. Ma sarà soltanto una coincidenza.

L’ultima scena. L’ultima di una lunga serie; in attesa di altre ancora. «Questa è la punta dell’iceberg di un sistema affaristico», dice la consigliera dalla denuncia più veloce del West. Le hanno incendiato la macchina – platealmente, sotto casa – dopo che lei ha alzato il tiro. «Una marea di denunce», ammette. Con una certosina raccolta di file audio di politici chiacchieroni e imprenditori «stanchi di pagare». Tangenti a funzionari e dirigenti del Comune, talvolta con percentuali fino al 20% per ogni determina di affidamento lavori, ma anche automobili comprate e case ristrutturate. I settori? Impianti sportivi, asili, contributi a pioggia e, naturalmente, lavori pubblici.

Princiotta, quando parlò di «bandi poco trasparenti» sugli asili nido fu denunciata per diffamazione dallo stesso sindaco Giancarlo Garozzo che oggi si dice «sorpreso» degli avvisi di garanzia al suo assessore e al suo ex capo di gabinetto ed (ex?) alleato di ferro, “gemello diverso” nella culla del renzismo aretuseo.

E se fossero solo farneticazioni della consigliera anarco-zappulian-insurrezionalista? Potrebbe darsi. Eppure il procuratore Francesco Paolo Giordano ammette che «questa è solo una prima parte di un’indagine con più filoni ancor più gravi e rilevanti». Al che il pensiero va alle denunce di Princiotta, ma anche a un’altra scena. Quella in cui, nel salotto cittadino di corso Gelone, nei pressi di un prestigioso studio di commercialista, il “re degli asili” passeggiava con il rampollo di un ex potente, oggi fors’anche ancor più potente. Eppure si dovrebbe oltre gli asili, perché – nelle poche indiscrezioni che filtrano dalla Procura – si parla di «un’ipotesi di reato con un più grosso rilievo economico-finanziario». I tempi di emersione? «Molto brevi», assicurano.

Trema il Vermexio. «Abballa senza sona», dice chi qui di terremoti se ne intende. Del resto, se parliamo di scosse giudiziarie, in questo palazzo di Ortigia ormai sono più abituati dei sismologi giapponesi. L’ultimo conteggio, al pallottoliere degli attenti cronisti locali, è di almeno 70 indagati – amministratori, consiglieri, dipendenti, tecnici e affini – soltanto dentro il municipio. Che, con una dozzina di inchieste stipate in sette diversi filoni dei pm, aspira a essere il più “inquisito” d’Italia. Con molti del Pd e fra questi soprattutto i renziani, certo. Ma con pendenze vecchie e nuovi intrecci trasversali che tirano in ballo tutti, centrodestra compreso.

La storia più pesante è quella dell’acqua. Con 8 indagati, fra i quali il sindaco Garozzo e l’ingegnere capo Natale Borgione (richiesta di proroga concessa ai pm fino a tutto giugno) per la concessione del servizio idrico di Siracusa e Solarino agli iberico-aretusei della Siam. Un intricato ritorno al futuro, visti i legami con Giuseppe Marotta, ex ad di Sogeas, arrestato nel 2012 nell’operazione “Oro Blu” per tentata estorsione assieme proprio a Gino Foti, ex ras democristiano, zio dell’assessore oggi indagato. Foti, nonostante lui si limiti a dire «do qualche consiglio agli amici che me lo chiedono», spin doctor del sindaco Garozzo. Passato, presente e futuro: anche la successiva proroga del servizio idrico, dopo Siam, è finita sotto inchiesta.

Poi ci sono gli affidamenti diretti. «Una prassi consolidata, fino a qualche mese fa», dicono in Procura. Magari riferendosi agli altri fascicoli aperti su asili nido, impianti sportivi e telesoccorso, con altri consiglieri (Giuseppe Assenza e Alberto Palestro di Forza Italia; Alberto Pisana di Siracusa democratica) destianatari di tre avvisi di garanzia su una decina in totale. Nell’inchiesta sui 10mila euro dati per il campus estivo dell’associazione “Zuimama” (abuso d’ufficio e truffa), sempre partita da denuncia della consigliera Princiotta, è finita tra gli altri l’assessora comunale alle Politiche educative, Valeria Troia. Ma sul tavolo dei pm sono finiti anche gli atti relativi al “La Città degli Elfi” all’Antico Mercato di Ortigia, al maxi-schermo in piazza Duomo per il ritorno delle reliquie di Santa Lucia da Venezia e al restyling del sito web del Comune.

Ma la ribalta mediatica del Romanzo Criminale (diventato farsa nei salotti tv) Siracusa l’ottiene con la gettonopoli in consiglio comunale: 49 indagati fra attuali e vecchi inquilini del Palazzo, protagonisti – fra l’altro – del record di 1.095 riunioni di commissioni. “Eredi” di altri colleghi, della precedente consiliatura: in 6 rinviati a giudizio per truffa e falso ideologico, assieme a 7 imprenditori che avrebbero stipulato contratti di lavoro fittizi per ottenere dal Comune rimborsi non dovuti per 657.965 euro. Fra quegli ex consiglieri a processo c’è anche Sergio Bonafede. Che è padre di Tony, in carica col Pd. Ma sospeso dal Consiglio: lo hanno arrestato al porto di Pozzallo, lo scorso 29 aprile assieme ad altre due persone, perché stava andando a Malta con due trolley carichi di 19 chili fra marijuana e hashish. Oggi ai domiciliari, Bonafede si dice «estraneo» ai fatti.

La stessa autodifesa usata da Gianluca Gemelli, celeberrimo ex fidanzato dell’ex ministra Guidi, capo del “quartierino” aretuseo raccontato dall’inchiesta sul petrolio di Potenza. Nella quali, pur senza aggiungere altri nomi al record degli indagati del Vermexio, si parla molto di Siracusa. Si parla di Garozzo, di Cafeo e «del capo dei due coglioni», l’immarcescibile Foti, «quello che comanda tutti». È l’ultima scena. Fuori campo. Ma è ancora presto, per i titoli di coda. Twitter: @MarioBarresiCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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