Abituato a osservare da vicino i climi più estremi, dal Polo alla … Sicilia e molto più giù, Franco Colombo invita a convivere con le “ondate di calore”. Il tenente colonnello dell’Aeronautica militare, originario dell’Ennese e meteorologo del Servizio di Sigonella, assicura intanto che torneremo presto su valori più accettabili: «Le previsioni a media scadenza indicano che già da domenica le temperature torneranno a calare un po’ ovunque, riportandosi su valori medi».
Le estati roventi, sempre più roventi, sembrano ormai una costante. Sarà così anche stavolta?
«Le onde di calore nella stagione estiva sono un fenomeno naturale in Sicilia, a cui ormai ci ha abituato il famigerato anticiclone africano che da qualche anno a questa parte ha sostituito il più mite e fresco anticiclone delle Azzorre. Ricordiamo che lo scorso anno, quasi tutto il mese di luglio fu caratterizzato da temperature superiori a 35 gradi con punte di 39-40».
Il sole, comunque, ha riconquistato il centro della scena solo da pochi giorni. Primavera anomala. O no?
«La fase primaverile è stata senza alcun dubbio anomala, specialmente per quanto riguarda il mese di maggio e la prima decade di giugno, che sono stati caratterizzati da temperature sempre al di sotto dei valori medi stagionali e da precipitazioni continue ed abbondanti. Tutti fenomeni che hanno ritardato anche la fase della mietitura del grano e in alcuni casi impedito la raccolta del fieno con un grave danno per agricoltori e allevatori».
Siccità. Incubo ricorrente, malgrado le recenti piogge?
«Per questa estate il pericolo siccità sembrerebbe scongiurato. È l’effetto delle abbondanti piogge di maggio e giugno».
Un’emergenza climatica dopo l’altra. Bisogna rassegnarsi a convivere con i fenomeni meteo più estremi?
«Questa è una tendenza che si sta manifestando con sempre maggiore frequenza. Alluvioni lampo, piogge disastrose, vento e mareggiate che si abbattono sulle spiagge erodendole e distruggendole, trombe d’aria e così via. Sono tutti fenomeni correlabili al riscaldamento globale del pianeta la cui frequenza non mostra segnali di diminuzione, anzi si ripresentato ogni anno sempre con maggiore intensità. Non c’è località del pianeta che non sia soggetta a questi fenomeni violenti che si abbattono sempre con più violenza».
Lei ha di recentepartecipato, ancora una volta, a una missione di ricerca in Antartide. Brutte notizie dal Polo Sud sullo stato di salute del pianeta?
«L’Antartide, così come il polo Nord sono aree molto sensibili ai cambiamenti climatici e per questo motivo vengono continuamente monitorate dagli scienziati di tutte le nazioni. Le ultime rilevazioni mostrano che il volume dei ghiacci è in continua diminuzione e di conseguenza il livello degli Oceani continua ad aumentare in maniera continua e regolare. Oggi non si parla più di riscaldamento climatico come di qualcosa che deve ancora succedere, ma di vera e propria crisi climatica del pianeta».
Quindi?
«La recente alluvione dell’Emilia Romagna e la lunghissima fase di siccità che l’ha preceduta sono solo le due facce della stessa medaglia. Mi auguro che i decisori politici, così come tutti i cittadini possano impegnarsi per affrontare il problema a tutti i livelli. Il pianeta su cui viviamo è uno. E non abbiamo un’opzione B!»