CATANIA – Sembra essere giunta al capolinea anche la Meridi Srl (che opera nel settore della grande distribuzione e vende al pubblico tramite i punti vendita “Fortè”), storica società del patron del Calcio Catania Antonino Pulvirenti che la possiede per intero attraverso la Finaria Spa, con la quale nel 2015 si sarebbe dovuta fondere.
Le prime avvisaglie si erano avute nei giorni scorsi con uno sciopero indetto dalle sigle sindacali che lamentavano stipendi non pagati. Dopo di che, non aver versato quanto dovuto ai fornitori e il progressivo svuotamento dei punti vendita a causa del conseguente mancato approvvigionamento di merce ha aggravato ulteriormente la situazione.
E così l’arrivo delle istanze di fallimento sul tavolo del giudice Laurino del Tribunale di Catania, che deciderà appunto sul fallimento o meno della società all’udienza del prossimo 3 dicembre, ha costretto la Meridi a cercare di evitare la procedura concorsuale decidendo di ricorrere alla procedura di concordato preventivo. L’incarico è stato affidato agli avvocati Andrea Musumeci e Simone Melato, che si stanno attivando per arrivare all’udienza del prossimo 3 dicembre con la richiesta al giudice di un rinvio per poter presentare una proposta di cosiddetto “concordato in bianco”, ai sensi dell’art. 161 della legge fallimentare.
In pratica non si tratta di una vera e propria proposta di pagamento, seppur a stralcio, bensì della richiesta di un rinvio di 120 giorni che dovrebbe servire per articolare una valida proposta che possa soddisfare, seppur in parte, tutti i creditori e conservare i posti di lavoro mediante la cessione dei punti vendita.
La Meridi Srl dichiara così ufficialmente il proprio stato di crisi e uno squilibrio patrimoniale e finanziario cui, ad avviso della stessa, si può rimediare esclusivamente con la presentazione di una proposta di concordato, che però vedrà falcidiate le aspettative dei creditori forse a vantaggio della salvaguardia dei posti di lavoro. Perché il problema è proprio riuscire a trovare una formula in grado di tutelare l’occupazione com’è avvenuto nel caso della crisi aziendale che ha coinvolto il Gruppo Abate, i cui punti vendita sono stati rilevati dal Gruppo Arena (e da altre sigle in minor parte), che ha assorbito all’interno i lavoratori dei singoli supermercati.
Ma a questo punto la domanda da porci è se oggi i “sopravvissuti” della grande distribuzione, che hanno fatto notevoli sforzi per assorbire non solo il gruppo Abate ma anche i punti vendita della francese Auchan (che ha deciso di lasciare l’Italia), avranno la forza di acquisire anche i punti vendita della Meridi Srl, con la conseguente salvaguardia dei lavoratori. Non è infatti pensabile che la società stessa possa proporre un concordato in continuità diretta della gestione aziendale, considerato che verrebbe a mancare l’approvvigionamento della merce per le posizioni debitorie già in essere con tutti i fornitori.
Dopo la batosta della Wind Jet (sempre di proprietà della Finaria holding della famiglia Pulvirenti) – che vede imputati Pulvirenti e altre 16 persone per bancarotta (la prossima udienza sarà il 12 novembre dinnanzi al Tribunale di Catania) – e dopo le note vicissitudini del Calcio Catania, retrocesso e impegnato anche quest’anno a provare la difficile risalita della china, l’ultima società della famiglia Pulvirenti (che è poi quella storica, costituita oltre 25 anni addietro) si trova adesso nell’occhio del ciclone, e anche per un altro motivo: la Meridi ha rinunciato a un credito di ben 16.000.000 di euro proprio a favore della società controllante Finaria, con una perdita secca di un ingente importo che, una volta riscosso, sarebbe potuto servire a pagare dipendenti e fornitori.
Gli atti di rinuncia al credito sono stati firmati il 24 maggio di quest’anno e il 17 giugno, quando già la società manifestava i primi problemi finanziari, s’è aggiunta la rinuncia fatta sempre dalla Meridi di un credito di 2.386.000 euro vantato nei confronti del Catania Calcio.