Cronaca
Sei comuni siciliani su dieci “poco trasparenti” nella gestione dei beni confiscati alla mafia
I comuni siciliani rimandati sul livello di trasparenza della filiera della confisca dei beni mafiosi: su 207 comuni monitorati destinatari di beni immobili confiscati sono 120 quelli che non pubblicano l’elenco sul loro sito internet. Ciò significa che il 58 per cento è totalmente inadempiente.
E di questi, la maggior parte lo fa in maniera parziale e non pienamente rispondente alle indicazioni normative. Oltre la sufficienza la performance del Comune di Palermo. E’ quanto emerge dal “RimanDati”, il primo report nazionale sullo stato della trasparenza dei beni confiscati nelle amministrazioni locali presentato da Libera e promosso in collaborazione con il Gruppo Abele e il dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino, primo appuntamento di una serie di iniziative in occasione dell’anniversario dei venticinque anni dall’approvazione della legge 109/96.
La Sicilia con i suoi 120 comuni destinatari di beni confiscati che non pubblicano elenco e informazioni con un percentuale pari al 58 per cento, risulta tra le regioni poco virtuose.
«Il report – commenta Davide Pati, vicepresidente nazionale di Libera – analizza l’operato dei comuni e a essi si rivolge: sono loro gli enti più prossimi al territorio e il primo fronte per l’esercizio della cittadinanza. Potenziare le loro effettive capacità di restituzione alla collettività del patrimonio sottratto alla criminalità non va inteso solo come l’adempimento di un onere amministrativo, ma come un’opportunità di “buon governo” del territorio».
La ricerca analizza nello specifico le modalità di pubblicazione degli elenchi e informazioni sul bene anche su scala regionale. Sui 406 comuni italiani che hanno pubblicato l’elenco è stato costruito un ranking mediato nazionale: su una scala da 0 a 100 la media è pari a 49.11 punti. La fotografia regionale della Sicilia presenta un ranking pari a 47.1 punti e, dunque, sotto la media nazionale. Per quanto riguarda Palermo nella pagina dedicata al patrimonio immobiliare è possibile scaricare alcuni aggiornamenti dell’elenco, a partire dal 2017. Il capoluogo siciliano è stata una delle prime città in Italia ad applicare la norma che prevede la possibilità di destinare gli immobili confiscati alla residenzialità popolare e all’emergenza abitativa.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA