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Il caso

Se tempi lunghi e carte bollate negano a un universitario diversamente abile la possibilità di socializzare

Antonio, studente UniCt originario di Caltagirone è affetto da tetraparesi spastica. E' stato “costretto” ad accettare un alloggio isolato

Di Francesca Aglieri Rinella |

Questo è quello che accade quando a negare il diritto allo studio e allo stesso tempo la possibilità di socializzare sono le carte bollate e i tempi biblici della burocrazia. Antonio, 21 anni, è uno studente universitario fuorisede portatore di handicap. Affetto da tetraparesi spastica, vive a Caltagirone con la famiglia ed è iscritto al secondo anno del Corso di Laurea in Scienze e tecniche psicologiche, con le lezioni che si svolgono nel plesso delle Verginelle. Proprio per le sue difficoltà motorie lo scorso anno ha fatto richiesta all’Ersu per un alloggio da utilizzare in città, ma per un errore nella presentazione della domanda è rimasto fuori dalla graduatoria. Quest’anno, ha ripresentato la documentazione per avere diritto all’alloggio scegliendo l’opzione di una stanza nella casa dello studente di via Oberdan. La sistemazione inizialmente gli viene assegnata, ma successivamente negata con l’alternativa di un’altra camera, alla Cittadella di via Passo Gravina 183. Il tempo stringe e Antonio è costretto ad accettare l’alloggio per non perdere il diritto all’assegnazione.

Oltre il danno la beffa

«Oltre il danno, la beffa – commenta a La Sicilia – Rosalba, la mamma di Antonio – siamo andati a vedere l’alloggio della cittadella e abbiamo trovato un’amara sorpresa. La stanza si trova in una zona completamente isolata, in una palazzina con scale e corridoi a cui si accede da un cancello di servizio. Anche qui il piatto doccia non è a portata di disabile, non ci sono i maniglioni e il bagno è sprovvisto di qualsiasi accorgimento. E poi per andare alla mensa Antonio ha sempre bisogno di qualcuno che lo accompagni. La famiglia ha cercato qualcuno che lo accompagni, ma senza successo. Nessuno se la sente di accompagnare Antonio per quelle vie impervie sotto acqua e vento in inverno o sole cocente in estate. Per i lunghi percorsi in sedia rotelle poi sarebbe rischioso per lui e per l’accompagnatore. Quando è stato fatto notare che in quell’alloggio non può avere modo di socializzare o confrontarsi con i colleghi la risposta è stata mortificante, perché l’Ersu garantisce la sicurezza del posto letto nella stanza, ma non l’integrazione. Per un ragazzo che da quando è nato combatte per avere una vita più soddisfacente possibile e per potere trovare il suo posto nel mondo non riesce neanche a trovare il suo posto nella casa dello studente. Purtroppo, le barriere architettoniche non sono quelle strutturali che possiamo anche abbattere, ma quelle mentali e della burocrazia».

La stanza scelta non ha i requisiti

La famiglia, nel frattempo, si è affidata a un legale. A ricostruire la vicenda è Salvatore Marino, del Foro di Caltagirone. Al mio assistito – spiega l’avvocato – «è stata assegnata la camera numero 20124 mentre successivamente gli è stato comunicato che avrebbe potuto occuparla non prima di fine ottobre in quanto avrebbero dovuto apportare una modifica al bordo della doccia per renderla accessibile».Ma a fine ottobre, Antonio riceve una telefonata da parte dell’Ersu che gli comunica come «l’ingegnere Incaricato ha constatato che non era possibile modificare il bordo del piatto doccia e che l’unica soluzione prospettata era l’assegnazione di altro alloggio alla Cittadella. Ma la strada per raggiungere l’alloggio alla Cittadella è molto ripida, distante dalla mensa e completamente dalla parte opposta della città rispetto la sede della facoltà frequentata da Antonio». La famiglia di Antonio si offre disponibile anche a farsi carico dei lavori per apportare nel bagno della stanza di via Oberdan le opportune modifiche a proprie spese ed è disposta a sottoscrivere un’eventuale liberatoria qualora se ne presentasse la necessità. Ma dall’Ersu ribattono che l’unica soluzione è quella della Cittadella.

L’Ersu

«Non è stato possibile assegnare la stanza (di via Oberdan, ndr) – precisa in una nota l’Ersu – perchè priva dei requisiti necessari per la deambulazione in sicurezza. Per venire incontro alle volontà dello studente l’Ersu ha preso in considerazione la fattibilità di rendere fruibile la stanza, adeguandola attraverso la realizzazione di lavori. Ma a seguito del sopralluogo tecnico è stato rilevato come gli interventi da eseguire per l’eliminazione delle barriere architettoniche oltre a essere di cospicua entità richiedono un tempo tale da non consentire l’assegnazione del posto letto, presumibilmente prima di un semestre o entro la fine dell’anno accademico. Per questo motivo l’Ente ha proposto in alternativa l’assegnazione di un’altra stanza alla Cittadella». «L’alloggio – ribatte il legale – è in un ala della struttura completamente isolata e per raggiungere la struttura centrale dove sono i servizi comuni a tutti gli studenti (sala studio, sala ricreazione) il mio assistito deve affrontare un lungo percorso ricco di asperità, scalinate e percorsi poco agevoli per un disabile, inoltre per raggiungere la mensa deve affrontare un lungo e pericoloso percorso esterno alla struttura». «Le difficoltà e i rischi che il mio assistito deve affrontare giornalmente per spostarsi dall’alloggio assegnatogli alla Cittadella – conclude l’avvocato Marino – sono di gran lunga superiori a quelli che affronterebbe per superare il bordino della doccia presente nell’alloggio 20124 in precedenza individuato».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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