Per quasi uno studente su cinque delle scuole superiori è arrivato il momento di affrontare gli esami di riparazione: in questi giorni infatti, e soprattutto per i primi di settembre, le scuole hanno fissato la data degli esami di recupero che consisteranno in un compito in classe o in un’interrogazione. Le prove dovranno ovviamente concludersi prima dell’inizio delle lezioni del nuovo anno scolastico. Gli allievi delle scuole secondarie di secondo grado che quest’anno devono recuperare almeno un’insufficienza sono il 18,3%, in aumento rispetto allo scorso anno quando erano stati il 17,3%. A giugno sono stati promossi il 75,5% contro il 76% dell’anno precedente.
Le scuole, per aiutare i ragazzi con giudizio sospeso a studiare le materie che devono recuperare, hanno attivato in estate una serie di corsi della durata di circa 15 ore per ciascuna materia. All’esame il voto finale viene deciso dal Consiglio di classe.
Sebbene con il nuovo anno scolastico le mascherine a scuola non siano più obbligatorie, molti istituti hanno scelto comunque di fare indossare in classe ai propri alunni almeno la mascherina chirurgica, anche nell’ambito degli esami di riparazione.
Oggi il ministro della Salute Roberto Speranza ha chiarito che alla partenza del nuovo anno scolastico «sicuramente le mascherine non saranno obbligatorie, poi si valuterà il quadro epidemiologico passo dopo passo. L’auspicio è che si possa utilizzare il tema della raccomandazione e della responsabilità individuale rispetto all’obbligo. La raccomandazione – sottolinea il ministro – non significa un divieto, ma che in tutte le situazioni in cui c'è bisogno di proteggersi, la mascherina va usata. Questo vale in tutte le fasi della vita di una persona. La mascherina per me resta uno strumento molto utile che per me resta ancora indispensabile».
Sulla ripresa del nuovo anno scolastico sono forti le lamentele dei sindacati. «Le lezioni a scuola stanno ripartendo così come si erano concluse: senza interventi nelle classi, che continuano ad essere vecchie, piccole e prive di aeratori e senza personale stabilizzato. Mancano all’appello quasi 200mila insegnanti, oltre 15mila amministrativi e collaboratori scolastici, più di 500 presidi: gli uffici scolastici nei prossimi giorni inizieranno a nominare i supplenti per coprire i "buchi» e le procedure andranno avanti per settimane, se non per mesi, inficiando ancora una volta la didattica. Sarebbe importante – chiarisce Pacifico, presidente nazionale Anief – che si prendano provvedimenti d’urgenza».
Anche per Giuseppe D’Aprile (Uil Scuola) sottolinea: «Finestre aperte e pulizia ordinaria dei locali sono le sole soluzioni messe in campo dal ministero per la ripresa di settembre. Nessuna risposta in materia di distanziamento, né misure stabili contro il sovraffollamento delle classi e l'esiguità degli spazi. Nessuna mappatura degli interventi tecnici per il ricambio d’aria e la ventilazione degli ambienti; Referenti Covid alle prese con compiti inusitati e impropri».