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Scuola, in Sicilia è il giorno delle Superiori: ma il ritorno in classe fa anche paura

Di Alfredo Zermo |

CATANIA – Dopo oltre 100 giorni di didattica a distanza al 100% a causa della pandemia di coronavirus, oggi gli studenti delle scuole superiori siciliane tornano in classe: non sarà un ritorno alla scuola in presenza tradizionale, ma con il 50% della popolazione scolastica, percentuale variamente modulata: ci sono scuole che hanno scelto di dimezzare ogni classe, altre che hanno considerato il numero totale di alunni, altre ancora hanno scaglionato gli accessi negli istituti.

Ma non tutti gli studenti sono d’accordo. La Rete degli studenti Medi Sicilia per esempio – pur considerando la voglia di normalità di tanti giovani – ha deciso che oggi i ragazzi iscritti all’associazione non rientreranno a scuola e ha proclamato anche uno sciopero della Dad. «L’organizzazione per il rientro a scuola è incerta – accusano -: non è stato pensato lo screening periodico degli studenti, non sono stati pensati nuovi e funzionali metodi di distanziamento, sono state lasciate sole le scuole, senza strumenti di gestione, coprendosi con la scusa dell’autonomia didattica». E inoltre denunciano di non essere stati coinvolti dall’assessorato regionale all’Istruzione sui trasporti e sulla pianificazione del rientro 

A lanciare l’allarme sui rischi di questo rientro è stata anche l’Anief, Associazione nazionale insegnanti e formatori. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, «bisogna prestare la massima attenzione. L’ordinanza dell’altro giorno del presidente della Giunta regionale dell’Abruzzo, che ha reintrodotto la didattica a distanza per il 100% per tutte le scuole medie superiori della regione, la dice lunga sullo stato di rischio Covid che permane».

«E il ritorno alla dad totale potrebbe presto riguardare altre Regioni. Noi restiamo dell’idea che occorra introdurre periodicamente la possibilità di effettuare in ogni scuola tamponi di tipo rapido: anche la scienza ci dice che è una procedura che proprio alle superiori porta a una diminuzione dei nuovi casi Covid19 del 50% – prosegue -. Realizzare lo screening in modo continuativo è la migliore prevenzione rispetto alla diffusione del contagio, certamente adottando le misure preventive stabilite in ogni istituto anche attraverso le Rspp ed Rsu, con la messa a disposizione di mascherine adeguate, possibilmente di tipo FFP2 con filtro, a partire dai docenti della scuola dell’infanzia e di sostegno. Per tutto il personale scolastico bisogna poi fare in fretta con la vaccinazioni, facendo attenzione a somministrare quelle adeguate perchè i docenti e i lavoratori della scuola sono particolarmente esposti, a partire dagli oltre 300mila over 55. Per il prossimo futuro – conclude Pacifico – è bene poi che si utilizzino al meglio i fondi del Recovery Plan, incrementando le sedi scolastiche, le aule, gli organici, cancellando il precariato endemico da record e riducendo il numero di alunni per classe».

Insomma sembra proprio che per questo ritorno in classe delle scuole superiori sia stato fatto poco e male, sperando solo in un calo dei contagi che in effetti sta coincidendo con la riapertura delle scuole Superiori. Il dato di con 574 nuovi positivi in Sicilia è il basso dall’inizio del 2021.

La strategia messa in campo dal governo Musumeci è quella di eseguire screening a campione sugli studenti e test mensili sul personale scolastico per contenere la diffusione del coronavirus in Sicilia. L’assessorato regionale della Salute, in accordo con l’assessorato regionale all’Istruzione, ha inviato una circolare ai direttori generali delle nove Asp, ai commissari Covid di Catania, Messina e Palermo, all’Anci Sicilia e al direttore dell’Ufficio scolastico regionale, per avviare adeguati strumenti in grado di monitorare l’evoluzione dell’epidemia e potenziare le capacità del sistema sanitario di intercettare e tracciare tempestivamente eventuali focolai.

Le Asp dovranno predisporre piani di sorveglianza e di screening per il contenimento del contagio, attraverso una sorveglianza attiva sulla popolazione scolastica tramite le Usca scolastiche. In particolare, ogni Asp potrà promuovere periodiche attività di screening negli istituti in base ai dati epidemiologici in possesso e a ipotizzabili livelli di prioritario rischio sanitario.

Per gli studenti delle scuole superiori, che rientrano oggi in classe al 50%, è previsto il periodico campionamento a rotazione per identificare eventuali portatori asintomatici: attraverso test antigenici effettuati contemporaneamente e ripetuti nel tempo, potranno essere monitorati piccoli gruppi di ragazzi a cadenza regolare.

Le Asp provvederanno a elaborare piani di screening territoriali, d’intesa con le istituzioni scolastiche, nei drive-in o nelle stesse scuole. L’offerta di screening sarà rivolta anche al personale scolastico, docente e non docente, con esecuzione di test antigenici nei drive-in (con accesso dedicato), almeno una volta al mese. «Mantenendo gli impegni assunti – ha detto l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza – abbiamo avviato un processo attivo di monitoraggio che parte dalle Asp attraverso le Usca e intendiamo garantire la ripresa in sicurezza delle attività didattiche in presenza, fugando le preoccupazioni delle famiglie».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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