Scontro tir-pullman con migranti, Favara piange gli autisti Alberto e Daniel

Di Redazione / 15 Settembre 2023

«Favara si è svegliata con una notizia terribile, l’ennesima che sta colpendo questa comunità. Due giovani lavoratori, ragazzi solari, amanti della vita, sono morti durante la notte sull’autostrada A1 a bordo del bus che guidavano e che stava trasportando una cinquantina di migranti da Porto Empedocle in Piemonte. La nostra città dovrà dire addio ad Alberto Vella e Daniel Giudice. Anche io perdo delle persone cui mi legava una sincera amicizia». Lo ha detto il sindaco di Favara (Agrigento), Antonio Palumbo. «Quando le salme torneranno a Favara sarà proclamato il lutto cittadino in occasione dei funerali. Sono vicino alle loro famiglie» ha concluso.

I due autisti, 34 e 32 anni, lavoravano per le autolinee Patti tour di Favara. L’incidente, in cui sono rimasti feriti 25 migranti ma nessuno in modo grave, è avvenuto durante la notte lungo l’autostrada A1, all’altezza di Fiano Romano. Erano partiti alle 10 di ieri, dalla tensostruttura di Porto Empedocle. Il pullman che trasportava i migranti ha tamponato il mezzo pesante che lo precedeva. Questa la dinamica ricostruita da Autostrade per l’Italia.

Daniel Giudice era rientrato a Favara da poco da Milano dove faceva il tranviere. Giudice e Alberto Vella oltre che colleghi erano amici, li accomunava la passione per le tradizioni popolari e fin da piccoli facevano parte del gruppo «Fabaria Folk» con cui hanno girato l’Europa. Alberto ha continuato questa passione insegnando ai piccoli le danze tradizionali siciliane. Nessuno dei due era sposato.

I funzionari della Prefettura di Agrigento si sono sincerati, già stamattina, sull’orario di partenza del pullman della Patti tour di Favara. «Talvolta capita che siamo costretti a far aspettare i pullman, che dovranno trasferire i migranti, anche per diverse ore prima di partire, magari perché manca qualcuno o un documento – hanno spiegato dalla Prefettura – . In questo caso, il bus era partito in orario, gli autisti avevano rispettato i regimi di riposo e pausa previsti dalla legislazione. La causa dell’incidente può essere stata anche stanchezza, ma certamente non addebitabile ad un errore della ditta o ad un nostro trattenimento eccessivo. Siamo sconvolti anche noi che quotidianamente ci confrontiamo, fra gli altri, con le ditte di autolinea e con i loro lavoratori».

«Abbiamo il cuore spezzato per la tragedia che si è verificata durante la notte sull’autostrada A1. Si tratta di due autisti molto giovani, uno dei quali figlio unico di genitori anziani. Il dolore per queste tragedie è sempre grandissimo», ha detto il prefetto di Agrigento, Filippo Romano. «Ho già parlato con il titolare della ditta, Patti tour, che è addoloratissimo. E’ una ditta piccola, a conduzione familiare, in cui si conoscono tutti e si frequentano abitualmente – ha aggiunto il prefetto -. Spesso, quando si pensa all’imprenditoria privata, si crede che sia improntata soltanto a rapporti economici. Non è vero, gli imprenditori creano, specie in questo caso, dei rapporti intensi, quasi familiari, con i propri dipendenti. La Prefettura rappresenterà in tutti i modi la sua vicinanza alle famiglie delle vittime. Personalmente, se mi verrà data la possibilità, mi recherò a trovare le famiglie per manifestare loro il nostro intenso e sincero dolore».

«Anche oggi è una giornata nera sul fronte delle morti sul lavoro con il decesso degli autisti. Ancora dolore, dunque, ancora cordoglio per un’altra tragedia, dopo quella della Caronte, dopo quella dell’autocisterna dei forestali, dopo le tante altre accadute». Lo scrivono in una nota congiunta Francesco Lucchesi, segretario confederale della Cgil Sicilia e Alessandro Grasso, segretario regionale della Filt Cgil. «E’ una situazione insostenibile – sostengono i due esponenti sindacali – su ogni tragedia si indaga, si cercano responsabilità, ma c’è un dato di fatto inconfutabile: che sul fronte politico istituzionale le bocce sono ferme e invece c’è tanto da fare, si apra subito un tavolo regionale sulla prevenzione”: lo scrivono in una nota congiunta. «Al di là di eventi che possono essere catalogati come disgrazie accidentali – dicono Lucchesi e Grasso- tanti incidenti mortali sul lavoro possono essere evitati attraverso la stringente applicazione della normativa sulla sicurezza, attraverso la formazione dei lavoratori e attraverso i controlli».

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Pubblicato da:
Carmela Marino