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Schianto canadair, chi erano i due piloti morti a Linguaglossa

Roberto Mazzone e Matteo Pozzoli erano a bordo del velivolo che è precipitato, per poi esplodere, dopo aver toccato la montagna, che stavano sorvolando, con un'ala del velivolo

Di Egidio Incorpora |

Dopo la tragedia, avvenuta nel primo pomeriggio di giovedì scorso nei cieli di Linguaglossa, adesso si cerca di capire cosa esattamente abbia causato lo schianto del Canadair 28 che ha provocato la morte dei due piloti. Alcuni resti di Roberto Mazzone e Matteo Pozzoli sono stati rinvenuti ieri dopo che ricerche erano state interrotte lo stesso giorno della tragedia con il sopraggiungere della sera. Ma chi erano i due piloti che hanno trovato la morte, in una delle sue peggiori forme, mentre erano intenti a spegnere un incendio divampato sul Monte Calcinera.

Mazzone era salernitano, aveva 62 anni, era primo ufficiale, lascia una moglie e due figli. Istruttore di volo con una lunga esperienza, anni fa – racconta un amico – aveva evitato che l'aereo che stava pilotando dopo un’avaria si schiantasse al suolo uccidendo dei bambini. Era riuscito a atterrare sul lungomare, incolume, insieme all’allievo al quale stava dando lezioni. «Era una persona seria e molto prudente», racconta Gennaro D’Alessio che con la vittima ha condiviso oltre 30 anni di volontariato.  Pozzoli, il comandante del Canadair 28, era lombardo. Originario di Erba, figlio dell’ex sindaco leghista del comune in provincia di Como, era arrivato alla Bacock dopo anni all’aeronautica militare. Nel 1997 era scampato alla morte: mentre pilotava un SIAI 208 si schiantò sul monte Lupone, in provincia di Latina. Nell’incidente perse la vita il collega Maurizio Poggiali. Del disastro Pozzoli venne ritenuto responsabile e condannato a un anno e sei mesi. Pozzoli è stato anche condannato a risarcire il danno allo Stato dalla Corte dei Conti. Suo fratello, Simone Pozzoli, presente sul luogo della tragedia a Linguaglossa, ha parlato di «dicerie e storie assurde che sono terribili», auspicando che «venga fuori la verità e riconosciuto quanto ha fatto». «Siamo qui, sul luogo dell’incidente dove mio fratello ha perso la vita mentre spegneva un incendio che qualcun altro ha acceso – ha detto ai giornalisti – e sono anni che mio fratello spegne incendi ed è partita la macchina del fango che è soltanto vergognosa».

Quali le cause del terribile incidente? Le ipotesi più accreditate sono due: un guasto tecnico o un errore del pilota; pare vada esclusa la pista dolosa. Fra l’altro l’aereo aveva già effettuato diversi lanci prima di quello nel quale è avvenuto l’incidente.  Questo doveva essere, gioco del destino, l’ultimo. La scatola nera potrà comunque essere di notevole ausilio.  In particolare, oltre l’esame dei resti dell’aereo, si sta esaminando il filmato che ha registrato gli ultimi attimi che hanno preceduto l’impatto. Bisognerà accertare, in particolare, se vi sia stato un “blocco d’ala” e la causa dello stesso o, ancora, una manovra non corretta. O, ancora, un guasto tecnico che avrebbe fatto imballare l’aereo, facendolo precipitare sul suolo.   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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