Non è servito all’ex vicepresidente della Regione Gaetano Armao, lo scorso 13 marzo, sottoporsi a Catania all’interrogatorio davanti al pm Fabio Saponara nell’inchiesta sul malaffare alla Società Interporti Siciliani. Il 4 maggio scorso gli è stato notificato – come per gli altri 6 imputati – la fissazione dell’udienza preliminare davanti alla gup Marina Rizza che si terrà il 27 giugno alle 9,30 alla seconda aula gip del Palazzo di piazza Verga. E nell’elenco c’è anche l’assessore regionale al Bilancio Marco Falcone, che dagli atti allegati alla richiesta di rinvio a giudizio vistata dal procuratore aggiunto Agata Santonocito non è stato sentito dai pm catanesi. E così rischiano il processo Armao, difeso dagli avvocati Andrea Pruiti Ciarello e Ottaviano Pavone, Falcone, difeso dall’avvocato Laura Biondo, l’ex assistente del coordinatore azzurro Giuseppe Li Volti, difeso dalla stessa penalista del politico di Forza Italia, l’ex deputato regionale Nino D’Asero (attualmente sottoposto a obbligo di presentazione alla pg), difeso dagli avvocati Tommaso Tamburino e Isabella Giuffrida, l’ex amministratore di Sis Rosario Torrisi Rigano (interdetto dall’esercizio di ruoli direttivi), difeso dall’avvocato Dario Fina, la dipendente dell’Interporto Cristina Sangiorgi (sospesa dal pubblico esercizio), difeso dall’avvocato Francesco Giammona e l’mprenditore del settore della logistica Luigi Cozza (ai domiciliari), difeso dagli avvocati Carmelo Peluso e Antonino Favazzo. Nel decreto composto di nove pagine è indicata come parte offesa la Sis.
L’indagine, condotta da carabinieri del nucleo Investigativo del comando provinciale di Catania dal settembre 2019 al marzo 2021, è stata avviata dopo un esposto di dipendenti dell’azienda pubblica sul presunto falso possesso di una laurea prodotta dalla Sangiorgi. Dall’inchiesta emersero presunte “interferenze” esercitate da D’Asero su Torrisi Pagano, tramite Armao e Falcone, per revocare il licenziamento per giusta causa della Sangiorgi, sua compagna, e poi per farle ottenere una posizione lavorativa più “gradita”. I tre, secondo la Procura, “avrebbero esercitato pressioni sull’amministratore unico della Sis, al fine di far revocare il licenziamento della dipendente”. Il primo capo d’imputazione (che coinvolge Sangiorgi, Torrisi Rigano, Armao, Falcone e Li Volti) riguarda il reato in concorso di induzione indebita a dare e promettere utilità.
C’è poi il capitolo sulla corruzione. Dalle indagini dei carabinieri è emerso “un accordo corruttivo che sarebbe intercorso tra Torrisi Rigano e Salvatore Luigi Cozza, dipendente della Lct Spa (totalmente estranea alle indagini), società del settore dei trasporti, titolare dell’affidamento in concessione della gestione funzionale, operativa ed economica e della manutenzione ordinaria per nove anni del Polo Logistico dell’Interporto di Catania”. Torrisi Rigano è anche accusato di peculato.