Scandalo Interporti, avviso di conclusione indagini: da Armao a Falcone, in 7 rischiano il processo

Di Laura Distefano / 21 Febbraio 2023

Indagini chiuse in tempi record. Non appena sono stati depositati gli esiti del Riesame il pm Fabio Saponara ha chiuso l’inchiesta sul malaffare alla Società Interporti Siciliani. Nessuna posizione stralciata: figurano 7 indagati su 7. Anche quelli per cui il gip ha rigettato la misura cautelare.

L’avviso di conclusione indagini è stato notificato, quindi, all’ex vice presidente della Regione Gaetano Armao, difeso dagli avvocati Andrea Ciarello Pruiti e Ottaviano Pavone, l’assessore regionale all’Economia Marco Falcone, difeso dall’avvocato Laura Biondo, l’ex assistente del coordinatore azzurro Giuseppe Li Volti, difeso dalla stessa penalista del politico di Forza Italia, l’ex deputato regionale Nino D’Asero (attualmente sottoposto a obbligo di presentazione alla pg), difeso dagli avvocati Tommaso Tamburino e Isabella Giuffrida, l’ex amministratore di Sis Rosario Torrisi Rigano (interdetto dall’esercizio di ruoli direttivi), difeso dall’avvocato Dario Pastore, la dipendente dell’Interporto Cristina Sangiorgi (sospesa dal pubblico esercizio), difeso dall’avvocato Francesco Giammona. L’imprenditore del settore della logistica Luigi Cozza (ai domiciliari), difeso dagli avvocati Carmelo Peluso e Antonino Favazzo.

L’indagine

L’indagine, condotta da carabinieri del nucleo Investigativo del comando provinciale di Catania dal settembre 2019 al marzo 2021, è stata avviata dopo un esposto di dipendenti dell’azienda pubblica sul presunto falso possesso di una laurea prodotta dalla Sangiorgi. Dall’inchiesta emersero presunte “interferenze” esercitate da D’Asero su Torrisi Pagano, tramite Armao e Falcone, per revocare il licenziamento per giusta causa della Sangiorgi, sua compagna, e poi per farle ottenere una posizione lavorativa più “gradita”. I tre, secondo la Procura, “avrebbero esercitato pressioni sull’amministratore unico della Sis, al fine di far revocare il licenziamento della dipendente”.

La corruzione

Le indagini dei carabinieri, contesta ancora la Procura nella prima fase dell’inchiesta, avrebbero inoltre “fatto emergere un accordo corruttivo che sarebbe intercorso tra Torrisi Rigano e Salvatore Luigi Cozza, dipendente della Lct Spa (totalmente estranea alle indagini), società del settore dei trasporti titolare dell’affidamento in concessione della gestione funzionale, operativa ed economica e della manutenzione ordinaria per nove anni del Polo Logistico dell’Interporto di Catania”. Torrisi Rigano è anche accusato di peculato.

La difesa di Armao

In relazione all’avviso di conclusione delle indagini, Gaetano Armao ha precisato «di non aver mai posto in essere alcuna pressione nei confronti dell’Amministratore Unico della SIS s.p.a. Torrisi Rigano, ne di avergli espresso interesse per alcuni per vicende lavorative».

I legali, avvocati Ottaviano Pavone del foro di Palermo e Andrea Pruiti Ciarello del foro di Catania, stanno acquisendo tutta la documentazione contenuta nel fascicolo del P.M. Dalla prima lettura degli atti d’indagine si evince chiaramente che l’ipotesi accusatoria sia incentrata su alcune intercettazioni telefoniche e ambientali, che peraltro chiamano in causa altri soggetti.

Secondo i legali di Armao «se fosse stata acquisita la documentazione riguardante i controlli e la vigilanza esercitati nei confronti della SIS s.p.a., sarebbe agevolmente emersa l’assoluta correttezza del comportamento tenuto dall’ex Assessore all’Economia, il quale non solo non ha mai posto in essere alcuna pressione illegittima nei confronti di Torrisi Rigano, ma ha agito sempre esclusivamente nell’interesse pubblico e nel rispetto assoluto della legalità».

Gli avvocati di Armao chiederanno alla Procura della Repubblica di Catania l’interrogatorio del loro assistito «per potere dimostrare, anche attraverso ampia ed articolata documentazione, l’assoluta estraneità alla vicenda».

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Pubblicato da:
Alfredo Zermo
Tag: gaetano armao interporti siciliani interporto catania marco falcone