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Sbarchi raddoppiati rispetto al 2020, su Lamorgese la pressone di Salvini

Di Massimo Nesticò |

ROMA Il dossier migranti si riscalda sul tavolo del Governo Draghi. Gli arrivi via mare nei primi due mesi dell’anno sono raddoppiati rispetto allo scorso anno (4.536 contro 2.359). Con la primavera alle porte le partenze sono destinate ad aumentare e la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese dovrà gestirle con la pressione del leader della Lega Matteo Salvini – ora in maggioranza – che spinge verso una linea di intransigenza.

Intanto, continuano gli interventi delle navi umanitarie: la Sea Watch 3, appena giunta in zona operazione, ha soccorso in mattinata 45 su un gommone in difficoltà al largo di Zawiya, in acque Sar libiche. In precedenza un barchino con dieci persone a bordo è stato intercettato da una motovedetta della Guardia di finanza a 12 miglia dall’isola del Toro nel sud della Sardegna. I numeri dei viaggi dalle coste africane – Libia e Tunisia per la quasi totalità – vengono monitorati con preoccupazione dal Viminale. Finora nel 2021 quasi 4mila migranti sono stati riportati in Libia dalle motovedette di quel Paese. E anche la guardia costiera tunisina continua quotidianamente a riportare a terra persone che si sono imbarcate in direzione Italia. Si tratta di due Stati che vivono un periodo di grave crisi, con situazioni interne molto diverse, ma che si traducono in un’analoga incapacità di frenare i flussi migratori, nonostante il supporto in mezzi ed addestramento fornito da Roma.

E le traversate su mezzi di fortuna, con le condizioni meteo sfavorevoli, finiscono spesso in tragedia. Sabato scorso l’ultimo naufragio con 41 dispersi secondo i superstiti soccorsi dal mercantile Vos Triton e giunti a Porto Empedocle. Oim e Unhcr stimano in circa 160 le vittime nel Mediterraneo centrale quest’anno.

Proprio nel mese di febbraio che sta per chiudersi si è registrato un alto numero di sbarchi in Italia, ben 3.497. Tunisini i più numerosi tra coloro che sono giunti in Italia via mare nel 2021 (560), seguiti da ivoriani (470) e bengalesi (364). I minori non accompagnati sono 398.

Nel suo discorso programmatico alle Camere, il premier Mario Draghi ha indicato le linee d’azione sull’immigrazione: battaglia in Europa sul Patto per le migrazioni e l’asilo per ottenere una «solidarietà effettiva» sulla redistribuzione di chi arriva in Italia, rimpatrio degli irregolari, anche qui con il sostegno concreto di Bruxelles e «il pieno rispetto dei diritti dei rifugiati». Tutte sfide non facili da vincere. Basti pensare che nel 2020 soltanto 3.585 persone sono state rimandate nel Paese di provenienza; la metà rispetto all’anno precedente, a causa della pandemia. Non è dunque un lavoro facile quello che attende la ministra Lamorgese, che manterrà per sè la delega sull’immigrazione. Mentre Salvini è già sul piede di guerra, dopo aver riportato al Viminale come sottosegretario il fidato Nicola Molteni. «Bisogna stra-controllare gli arrivi in Italia. Le politiche del governo di sinistra, ovviamente, ora che la Lega è in maggioranza, dovranno cambiare», ha incalzato il leader della Lega. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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