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Cronaca

Santa Venerina alla finale del Palio nazionale delle Botti

Di Carmen Greco |

È una gara in cui non si vince nulla. Solo la “gloria” e la soddisfazione di scrivere il nome della propria città nel palmares del 13° Palio nazionale delle Botti. La finalissima si svolgerà domenica 8 settembre ad Avio, in Trentino, nella frazione di Sabbionara, dominata dal castello affrescato (di proprietà del Fai, Fondo ambiente italiano).

Quest’anno a giocarsela – nell’ambito della manifestazione Uva e dintorni – ci sarà anche una “Città del Vino” siciliana, Santa Venerina, entrata, alla sua prima partecipazione al torneo, fra le dieci squadre che si battono per il titolo. Una bella soddisfazione per il paese conosciuto storicamente per le sue distillerie e sede di diverse aziende vitivinicole. Il team messo su dalla Pro Loco di Santa Venerina si è aggiudicato il diritto a disputare la finale inanellando 42 punti in sei diverse tappe in giro per le Città del Vino d’Italia e piazzandosi al settimo posto della classifica generale su 14 squadre.

Ma non sarà un passeggiata per i quattro “spingitori” – si chiamano così – delle botti. Ne è consapevole il presidente della Pro Loco, Salvatore Spadaro, che ha portato i “suoi” ragazzi nella «fossa dei leoni – come dice lui -. Ci dovremo confrontare con mostri sacri, gente allenatissima, abituata alle competizioni, provenienti da territori del vino blasonati e famosi in tutto il mondo, ma ce la metteremo tutta, anche se per noi è già stata una conquista arrivare in finale al primo tentativo».La finale se la sono sudata in otto, altre due squadre vi entrano di diritto quella della città organizzatrice (Avio) e quella che si è aggiudicata l’edizione precedente (Maggiora).

ll team etneo – età media 25 anni – è alle prese con qualche problema di formazione, posto che impegni familiari e di lavoro non consentiranno a due degli abituali “spingitori” di esserci. Il presidente Spadaro sta cercando delle “riserve” che possano affiancare al meglio i titolari Daniele Russo, laureato in elettronica con specialistica in corso e Mirko Peruccio (personal trainer). Si sono allenati nelle salite di Monacella fra un turno di lavoro e gli esami universitari. «Serve la forza – dice Spadaro – ma soprattutto la tecnica e a questi ragazzi va riconosciuta soprattutto una grande passione e una grande forza di volontà. Si sono distinti in tutti i palii regionali, da Piazza Armerina a Giarre, passando per Linguaglossa, Piedimonte Etneo, Castell’Umberto, Mascali, Riposto, era arrivato il momento di cimentarsi su scala nazionale».

Avio torna ad ospitare la giornata finale del Palio nazionale delle Botti dopo 11 anni, Santa Venerina sogna, invece, di poterlo fare. «Siamo entrati nel circuito e ci piacerebbe portare per l’anno prossimo almeno una tappa del Palio nazionale nella nostra città – conferma il sindaco Salvo Greco – se non addirittura la finale. Vedremo come portare avanti questo progetto. Ho partecipato alla tappa di Bianco, in Calabria, dove ho fatto il tipo per la nostra squadra ed ho potuto verificare quanto il Palio sia un’occasione autentica per unire l’Italia. Si fa amicizia e si instaurano legami che restano fra le città, una cosa rara che vale la pena sostenere. Per quel poco che abbiamo potuto il Comune ha dato un contributo alla Pro Loco, ma il grosso l’hanno fatto i ragazzi e il presidente, cui vanno il mio plauso e un grosso in bocca al lupo».

Il Palio Nazionale delle Botti, nato da un’idea dell’Associazione nazionale Città del Vino per festeggiare nel 2007 i suoi primi vent’anni di attività, è un appuntamento ormai “classico” che, tra la primavera e l’autunno, anima i territori del vino. S’è iniziato il 6 aprile scorso a Furore (Salerno) ed ogni anno per la finale attira migliaia di visitatori.La gara consiste nel far rotolare una botte da 500 litri lungo un percorso compreso tra un minimo di 600 metri ad un massimo di 1500 metri di lunghezza, che deve attraversare le vie della Città del Vino ospitante. Ad Avio e Sabbionara di Avio, in particolare, alla gara di spinta, che si svolge con una barrique da 225 litri, si aggiungono altre tre specialità: la pigiatura dell’uva scalzi, il riempimento della botte e lo slalom femminile.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA