Il vescovo di Caltagirone, Calogero Peri, ha deciso di sospendere temporaneamente tutte le processioni a San Michele di Ganzaria, dopo le polemiche seguite alla processione del venerdì santo, che avrebbe deviato dal percorso autorizzato per rendere omaggio a un boss.
Dopo quanto avvenuto è necessario fermarsi – afferma il vescovo -. La magistratura farà chiarezza sull’intera vicenda. È evidente, però, che sotto il profilo pastorale sia necessario riflettere su quanto è successo e impegnarsi con le azioni dovute e appropriate, in particolare per non ferire ulteriormente la devozione autentica e laccoglienza delle quali la comunità sammichelese ha sempre dato prova. La deviazione della processione, quasi con una sollevazione popolare, le aperte critiche contro il parroco che sarebbe stato colpevole di non avere rispettato la tradizione, le voci che ne sono seguite attendono adesso la loro chiarificazione per essere, pastoralmente, riorientate al fine di evitare il ripetersi di simili accadimenti ed evitare degenerazioni e abusi.
In prossimità della Settimana Santa il parroco della comunità, aveva richiamato i fedeli ad una sentita e genuina partecipazione di fede e ad una pietà popolare nutrita dai valori della liturgia, si legge in una nota della Diocesi di Caltagirone.
Per ovviare alle criticità degli anni precedenti, il parroco, il Consiglio pastorale e il Comitato, sentita anche la comunità, avevano deciso di ridurre il percorso della processione, tagliando tutti quei tratti che presentavano delle difficoltà, – come ad esempio la salita al Carmelo e le altre strade eliminate rispetto al percorso tradizionale, tratti partecipati da pochi; la strada statale che non si può occupare per tempi prolungati -, nel tentativo di favorire una partecipazione attiva e consapevole in un clima di silenzio e di preghiera. Tale decisione, comè obbligo e prassi, è stata comunicata ai Carabinieri, al sindaco e all’Amministrazione comunale che ne hanno preso atto e l’hanno attuata.
Per questo motivo, continua la nota, nel momento in cui i portatori hanno deviato dal percorso stabilito, il sindaco, che si è tolta la fascia, e il parroco non hanno più seguito la processione, dissociandosi da quanto stava accadendo e affermando che quei percorsi non erano autorizzati.
La pietà popolare è una straordinaria risorsa per linculturazione del Vangelo – aggiunge mons. Peri – e rappresenta un significativo contributo popolare alla riflessione teologica e pastorale. Tuttavia deve essere illuminata dal Vangelo ed incanalata nella Tradizione della Chiesa. Nelle feste è chiaro che la processione rappresenti un momento forte per la pietà popolare e di grande visibilità. La processione è, però, espressione di un sentimento di fede se nasce dalla liturgia e se si nutre dei suoi valori. In altro modo è una manifestazione di folclore che seppur antropologicamente giustificabile, rischia di non condurre a Cristo. Sui passaggi incriminati faranno adesso luce le autorità competenti.
In questo momento – conclude mons. Peri -, per ovvie ragioni, ritengo di non dover dire nulla sulla questione del presunto inchinò o omaggiò. Ho pieno rispetto e fiducia nel lavoro dei Carabinieri e della Procura. È però mio dovere, come pastore di questa porzione del Popolo di Dio che mi è stata affidata, qualora se ne ravvisasse il pericolo, difendere la fede e la tradizione popolare da tutto ciò che è antievangelico.