CATANIA – È tutto vero.
Dentro la sala giunta di Palazzo degli Elefanti, nel giorno del disastro sul ponte di Genova, davanti a Matteo Salvini, s’è parlato anche del futuro del Catania Calcio. Dopo il dissesto del Comune, i fondi tolti dal governo gialloverde alle periferie (come Librino), i temi della sicurezza urbana e del rafforzamento di uomini e mezzi delle forze dell’ordine, il sindaco Salvo Pogliese ha posto ufficialmente la questione del «vergognoso caso» del mancato ripescaggio del club rossazzurro nell’ambito della scelta del campionato di Serie B a 19 squadre «un illecito cambio delle regole del gioco mentre la partita è in corso». E Salvini, sollecitato dai cronisti in conferenza stampa, ha risposto: «Il sottosegretario Giorgetti che ha la delega allo Sport ha già attenzione alla vicenda e al mondo sportivo in generale e ad alcune distorsioni e disfunzioni che sono evidenti a livello dei vertici».
Tanto quanto basta per riaccendere il lumicino della speranza dei tifosi? Detta in questi termini ancora non basta. Ma Giancarlo Giorgetti è davvero sul pezzo, come conferma anche l’assessore comunale leghista Fabio Cantarella, che col sottosegretario ha avuto un fitto scambio di sms negli ultimi giorni. Certo, sembra un paradosso che sia l’intervento politico del Carroccio a fare giustizia, ridando al Catania Calcio il sacrosanto diritto di disputare il prossimo campionato cadetto. Ma c’è un’altra congiuntura (anch’essa politica, ma non soltanto) che apre uno spiraglio diplomatico: il legale del Novara, che gioca la stessa “partita” del Catania contro la B a 19 squadre, è Roberto Cota, ex governatore del Piemonte. «Bisogna che facciate squadra: Catania e Novara assieme», è stata la battuta di Salvini nelle stanze di Palazzo degli Elefanti.
E se fosse davvero questa la strategia vincente?