Notizie Locali


SEZIONI
Catania 24°

Contenuto riservato ai membri

Inchiesta

Rogo in aeroporto a Catania, chiusa l’inchiesta: chi sono gli accusati e le probabili cause

Tutto quello che emerge dalla lettura delle contestazioni mosse dalla procura di Catania ai due indagati a cui è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari

Di Laura Distefano |

L’incendio che l’estate dell’anno scorso ha paralizzato il traffico aereo siciliano ha avuto «origine» da una «multi presa per le utenze elettriche difettosa» presente nel box dell’agenzia di noleggio auto al Terminal arrivi. Questo è quanto emerge dalla lettura delle contestazioni mosse dalla procura di Catania ai due indagati a cui è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari.

Sono accusati di rogo colposo l’ingegnere Orazio Condorelli, procuratore speciale incaricato dalla Sac del rispetto degli adempimenti e delle norme antincendio, e Federica Caravello, amministratore unico e legale rappresentante della “Italy Rent Car”. I due, secondo le accuse mosse dai magistrati, «in cooperazione tra loro, per colpa cagionavano, o contribuivano a cagionare, un incendio che si originava all’interno dei locali in uso all’agenzia di noleggio e si sviluppava all’interno del termina arrivi».Le responsabilità ipotizzate dalla magistratura sono arrivate al termine di una lunga indagine condotta dalla squadra mobile, il cui cuore pulsante consiste nella relazione dei super consulenti nominati dai pm (i fratelli Bardazza di Milano) che hanno visionato e analizzato – dopo aver fatto un sopralluogo nella zona teatro dell’incendio sotto sequestro per diversi mesi – filmati, documenti, certificazioni, piani di evacuazione e sicurezza. I due periti hanno ricostruito passo dopo passo quello che è accaduto la sera del 16 luglio scorso: dalle fiamme, al fumo che si è propagato in tutto il terminal, all’evacuazione dei passeggeri presenti fino allo spegnimento delle fiamme.

Per la procura Condorelli avrebbe «omesso di attivare una procedura organizzativa per la gestione della sicurezza antincendio adeguata alle dimensioni dell’aerostazione in termini di superfici e numero di passeggeri, in particolare non prevedeva la presenza necessaria e continuativa di un numero minimo di operatori antincendio, né prevedeva che gli stessi presidiassero ogni zona o maxi zona dell’aeroporto, tanto che la sera dell’incendio erano presenti in tutto il terminal solo quattro operatori (di cui uno in sala Pres e quindi con funzioni di coordinamento e non di intervento) e in tutta la zona “arrivi” , aperta al pubblico, non era presente, né era previsto che fosse presente, alcun operatore». Per la Procura la loro «presenza» avrebbe consentito «di giungere nell’immediatezza sul posto e spegnere l’incendio» utilizzando «estintore o manichetta» posti nelle vicinanze, «impedendo così il propagarsi» del rogo. A Caravello, invece, è contestato di aver «omesso di fornire» alla dipendente presente «la necessaria formazione obbligatoria in materia di sicurezza antincendio». Per l’amministratrice dell’agenzia c’è anche un secondo capo d’imputazione per falso. L’indagata avrebbe dichiarato falsamente «che la dipendente avesse ricevuto l’apposita formazione». La difesa di Caravello chiederà un interrogatorio ai sostituti al fine di chiarire che non è stata violata la normativa del settore. Nessuna replica dal legale di Condorelli, che si difenderà nelle sedi opportune.Nel fascicolo inizialmente risultavano sette indagati, sei di questi non risultano nell’avviso di conclusione indagini. La loro posizione è stata stralciata e si sta valutando di depositare una richiesta al gip di archiviazione.

COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

Articoli correlati