“Dieci minuti di ordinaria indisciplina”. Così si potrebbe intitolare il “film” (già visto e rivisto) andato in scena anche ieri sia all’entrata che all’uscita delle scuole medie cittadine nel primo giorno di rientro in classe al 100% in presenza anche delle classi seconde e terze.
Indisciplina che coinvolge tutti, chi più chi meno, e non c’è comportamento responsabile dei genitori che tenga, almeno fino a quando i propri figli non entrano a scuola o non compaiono fuori dal cancello. Perché è proprio quando intravedono la sagoma dei propri figli che si avvicinano per istinto, gli danno un abbraccio, un buffetto sulla testa, quasi automaticamente gli tolgono lo zaino dalle spalle o si prendono il trolley: piccoli gesti di protezione che però sfidano le nuove regole della prudenza. Poi si cerca di andarsene il prima possibile, ma si incappa nell’altra “variabile impazzita”, che storicamente resta sempre e comunque il traffico, poiché volente o nolente i ragazzi vanno accompagnati in macchina o in motorino, e, nota dolente già denunciata su queste pagine anche altre volte, nelle due scuole che abbiamo considerato non si è vista l’ombra di un vigile urbano. Parliamo delle scuole medie “Sante Giuffrida” di via Salemi e della “Dante Alighieri” di via Sassari.
Le fotografie si riferiscono alle operazioni di uscita, che avvengono appena prima delle 14, un orario dilatato forse per permettere ai genitori di uscire dal lavoro senza creare ulteriori ingorghi. Ormai in tutte le scuole viene unanimemente applicato il meccanismo di scaglionamento per classi, che riesce ad attenuare, ma non certo a eliminare, gli episodi di assembramento.
Partiamo dalla “Dante Alighieri”: le prime macchine iniziano a arrivare in via Sassari già verso le 13.30, la strada, già stretta di suo, si riduce così a una sola corsia di transito con i parcheggi in seconda fila da entrambi i lati. Nel cortile della scuola è in corso una lezione di educazione fisica, i ragazzi sono ben distanziati, anche se qualcuno, notiamo, non solo non indossa correttamente la mascherina ma proprio non ce l’ha.
Alle 13.50 suona la prima campanella, alcuni genitori sono regolarmente distanziati nelle vicinanze della scuola lungo i marciapiedi e di fronte, ma c’è un gruppo, che nessuno richiama, che si è stabilmente posizionato proprio davanti al cancello appena aperto da un addetto della scuola. Le classi escono una per volta, un valido deterrente, vanificato però dalla distanza sociale tra gli alunni completamente annullata, e che viene disintegrata quando si abbracciano per salutarsi. I genitori cercano i propri figli ed è qui che scoppia il caos, tra persone in mezzo alla strada con auto e moto che strombazzano nel tentativo di passare, rischiando in più di un’occasione di investire qualcuno. Normale? No, e intendiamoci, non lo era neanche quando il Covid non c’era e ormai ci si era assuefatti davanti a determinate scene. A dire di più, è ancora meno normale oggi, con una situazione di pandemia sanitaria ormai acclarata da un anno che richiederebbe maggiore attività di controllo da parte delle autorità, considerato che da soli, pur sforzandosi, non si riesce ad autogestirsi.
Alle 14.10 tutto è finito, il cancello si chiude, e via Sassari torna a essere percorribile. Qualche genitore con i figli vicino si attarda a chiacchierare, l’argomento più gettonato è il confronto sulla didattica e la preparazione dei pargoli, altra cosa in presenza, e i dubbi dei ritardi sul programma scolastico che la didattica a distanza potrebbe aver causato.
Altra scena quella che si è proposta in via Salemi, succursale che ospita le classi medie della Sante Giuffrida, forse agevolata dal fatto che la scuola si trova in una strada a fondo chiuso: anche qui i genitori si presentano ben prima dell’orario di uscita, cercando di aspettare distanziati in tutto lo spazio possibile. La maggior parte di loro arriva qui a piedi, dopo aver parcheggiato nella vicina via Gorizia, anche perché la ridotta zona parcheggio è di norma già occupata dai residenti. Sono pochissime le persone che azzardano piccoli gruppetti, si cerca di mantenere il più possibile la distanza. Suona la campanella, le classi escono una a una, i ragazzi sono leggermente più distanziati fra loro. Pochi convenevoli con i genitori e ci si allontana velocemente. Insomma, le regole ci sono e si cerca di rispettarle, ma evidentemente non sempre ci si riesce.